Pezze scritte col sangue

negativo, ca 1938 - ca 1938
Bonacini
attivo prima metà sec. XX
  • OGGETTO negativo
  • SOGGETTO Risorgimento - Musei storici - Allestimenti - Mantova - Lettere - Scritture segrete - Cimeli
  • MATERIA E TECNICA gelatina bromuro d'argento/ vetro
  • ATTRIBUZIONI Bonacini: fotografo principale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Archivio fotografico SBAP BS
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Porro Schiaffinati, ex Chizzola
  • INDIRIZZO via Gezio Calini, 26, Brescia (BS)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Lo scatto appartiene ad un gruppo di una quarantina di immagini relative al Museo del Risorgimento di Mantova, originatosi a fine Ottocento e, in seguito a un complesso iter, allestito dal 1925 in Palazzo Ducale, al secondo piano del Castello di San Giorgio, nelle Carceri Austriache. A Mantova negli anni '80 del XIX secolo si erano organizzate raccolte di documenti relativi al Risorgimento da parte dell'Archivio di Stato e del Comune; nel 1894 il Comune, determinato ad aprire un Museo Patriottico, richiese agli enti pubblici sul territorio e ai privati la consegna di ogni materiale e cimelio, poi affidato ad una apposita Commissione. Nel 1903 il Museo, allestito nel Palazzo Accademico, venne inaugurato, in occasione del cinquantenario del Martirio di Belfiore. (Scheda fondo "Archivio ex Museo del Risorgimento e della Resistenza Renato Giusti", in "Lombardia Beni Culturali/Fotografie/Fondi, http://www.lombardiabeniculturali.it/fotografie/fondi/fon-2s010-0000003). In seguito alla convenzione dell'11 marzo 1915 per il passaggio delle collezioni comunali allo Stato, i reperti giunsero a Palazzo Ducale e vennero accatastati al piano terra, in depositi inadeguati "ed esposti alle intemperie" (Soprintendenza BAP Brescia, Archivio Monumenti, b. 212: Mantova, Palazzo Ducale, Museo del Risorgimento, relazione 1936); quindi nel 1925 vennero "provvisoriamente" posti in Castello, nelle stanze del custode Casati, presso le celle dei Martiri di Belfiore, dotate nel 1899 di una lapide commemorativa e ospitanti teche con documenti e reperti. Nel 1936 il Comitato locale della Società Nazionale per la Storia del Risorgimento Italiano richiese alla Soprintendenza lo spostamento del Museo nelle sale di Palazzo Ducale poste al piano terra del Palazzo del Capitano, giudicate più idonee rispetto a quelle in Castello. Nonostante il parere negativo della Soprintendenza, che proponeva un nuovo allestimento nelle sale vicine a quelle di Casati e un ingresso autonomo da piazza Castello e prometteva il ritiro delle "pezzuole e biglietti esposti nelle celle dei Martiri, e, appena possibile, sostituiti con fedeli riproduzioni" (SBAP Brescia, b. 212: lettera 1937), il Ministro impose nel novembre 1937 lo spostamento. Nel 1939 però Albany Rezzaghi, presidente del Comitato mantovano dell'Istituto del Risorgimento, in considerazione dell'inadeguatezza dei nuovi ambienti, richiese lo spostamento del museo al piano superiore del Palazzo, nelle sale di Guastalla. La documentazione non informa del trasferimento o meno del museo, dopo poco chiuso al pubblico e riaperto solo nel 1959, dopo la grande mostra del 1952 tenutasi presso la Casa del Mantegna (E. Fario, Mostra del Risorgimento mantovano, 1848-1866, in Rassegna storica del Risorgimento, anno XLII, fasc. II-III, aprile-settembre 1955, pp. 499-513). Il nucleo fotografico conservato in Soprintendenza fa riferimento all'allestimento del Museo nelle Carceri e al periodo 1925-1938; la datazione "1938" presente sull'Inventario storico e i documenti del 1937, che informano della prossima sostituzione dei documenti autografi dei martiri e delle pezze insanguinate di Carlo Poma con riproduzioni, permettono di indicare con sicurezza l'anno 1938 per la campagna fotografica. L'archivio fotografico della Soprintendenza comprende tutti i positivi tratti da queste lastre, con indicazione dell'autore, uno sconosciuto fotografo "Bonacini" incaricato dalla Soprintendenza della campagna di riproduzione dei reperti del Museo. La fotografia ritrae una delle già citate "pezzuole insanguinate" dei Martiri, in realtà una lettera segreta scritta con lapis e inchiostro fatto con aceto e urina. Il testo "Cara mamma. I fiori sempre in serra. Badi su ciò. Io sto benissimo" è l'inizio di una lettera di Poma alla madre che prosegue su altre pezzuole ed è racchiusa in una cornice lignea. Oggi il documento si trova nella Sezione Risorgimentale del Museo di San Sebastiano (n. inv. 725): venne donato alle collezioni Risorgimentali il 24 dicembre 1896 da Ugo Poma, nipote del martire (I Musei per la Storia in Lombardia.Catalogo, (http://www.museiperlastoria.com/ita/catalogo). L'occasione della fotografia coincide con quanto reperito nei documenti della Sopritnendenza, dove era prevista la sostituzione del cimelio in esposizione con una copia fotografica
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300727543
  • NUMERO D'INVENTARIO 1403
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Bergamo e Brescia
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Brescia Cremona e Mantova
  • DATA DI COMPILAZIONE 2012
  • ISCRIZIONI lato emulsione: a sinistra - 1403 - a matita -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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