strumento dei passaggi

1926 - 1926

Giunto all'Osservatorio nel 1927, venne posto presso la succursale di Merate, nel cupolino degli strumenti dei passaggi. L'acquisto di questo strumento può essere stato dettato da ragioni extrascientifiche: quattro anni prima, infatti, vi era stata un'aspra polemica tra il direttore dell'Osservatorio di Brera, Emilio Bianchi (1875-1941), e Angelo Salmoiraghi -della omonima Filotecnica fondata nel 1867 da Ignazio Porro - e si può pensare che l'acquisto fosse stato un segno di riavvicinamento, spontaneo oppure frutto di pressioni da parte degli organi istituzionali, fra l'Osservatorio e il costruttore milanese. La polemica aveva riguardato gli strumenti in conto riparazioni danni di guerra ed era esplosa con una lettera aperta di Salmoiraghi - già senatore del regno - pubblicata quasi integralmente e commentata il 22 giugno 1923 su "Il Popolo d'Italia", il giornale fondato da Benito Mussolini. A questa rispose Bianchi sullo stesso giornale due giorni dopo; l'ultimo scambio di battute si ebbe il 27 giugno, sempre sulle pagine de "Il Popolo d'Italia". Salmoiraghi accusava in sostanza Bianchi di scarsa considerazione verso la sua ditta, La Filotecnica, affermando anche che il direttore non rispettava delle intese verbali che Salmoiraghi diceva di aver avuto con Giovanni Virginio Schiaparelli (1835-1910) e Giovanni Celoria (1842-1920): se fossero stati necessari nuovi strumenti per l'Osservatorio, questi sarebbero stati progettati insieme e realizzati a Milano. Nella sua risposta Bianchi assicurò di non conoscere gli accordi di cui parlava Salmoiraghi, facendo notare che, comunque, durante la gestione dei due grandi astronomi gli strumenti più importanti, i due rifrattori, erano stati acquistati in Germania e non presso la Filotecnica. Inoltre gli strumenti in conto danni di guerra non si dovevano pagare, e si trattava di ottimi strumenti. Alle argomentazioni di Bianchi, Salmoiraghi rispose con slancio patriottico, ma scarsa logica: "ella scrive che gli strumenti in conto riparazioni 'venivano gratis'. No, professore: tutto ciò che si avrà in conto riparazioni è già stato pagato con denaro, sangue e lacrime!". E Bianchi replicò con un appello rivolto a Salmoiraghi: "Lasci risorgere Brera così come io ho disposto; nessuna altra via è oggi possibile; i nuovi strumenti staranno proprio a testimoniare il denaro, il sangue e le lacrime che ci sono costati e sarà testimonianza di vittoria". Salmoiraghi non si limitò comunque ad esprimere amarezza - oltre ad accuse di scarsa correttezza riguardo all'operato di Bianchi, accuse smentite con vigore, e probabilmente del tutto a ragione, dal direttore dell'Osservatorio - ma minacciò un intervento diretto: " farò opera perché per quanto fosse ancora possibile senza pregiudizio dell'interesse scientifico dell'Osservatorio sia impedita l'importazione degli strumenti tedeschi di cui si tratta". È da notare che Salmoiraghi intendeva bloccare solo gli strumenti diretti all'Osservatorio di Milano, e non quelli degli altri istituti, che erano, ancor più di quelli di Milano, di un genere prodotto dalla Filotecnica. Per spiegare questo atteggiamento si può pensare sia a precedenti contrasti dovuti ad alcune critiche rivolte da Bianchi a strumenti della Filotecnica, sia all'effetto sfavorevole sull'immagine ed il prestigio della fabbrica, se l'Osservatorio milanese non si fosse rivolto alla fabbrica di strumenti milanese per i suoi acquisti. Bianchi non sottovalutava la minaccia di impedire l'arrivo a Merate degli strumenti tedeschi. (continua nella scheda catalografica completa in allegato)

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