Si tratta di un quadrante portatile per misure geodetiche. \nProbabilmente il quadrante è stato usato dagli astronomi nella campagna di misure geodetiche per la Carta della Lombardia, iniziate nel 1788 e completate nel 1794. È opera di Giuseppe Megele (1740-1816), meccanico dell'Osservatorio.\nL'armatura dello strumento è in ferro, il lembo è in ottone. Questo è diviso in intervalli di 20' e sulla divisione ci sono indicazioni numeriche ogni 5°, da 0° a 90°. \nLa divisione prosegue per 4° oltre i 90° e per 11° oltre lo zero. Il braccio mobile, su cui si trovava un cannocchiale ora mancante, porta un nonio che permette di leggere il minuto d'arco.\nSul nonio è incisa la scritta "Giuseppe Megele in Milano 1784". \nUna piccola livella a bolla è unita al lato orizzontale (quello che corrisponde ai 90°) e può ruotare attorno ad un suo asse verticale. \nSul lato corrispondente dell'armatura ci sono quattro fori, dove probabilmente si attaccavano i sostegni di un secondo cannocchiale, fisso. \nNella parte inferiore della montatura c'è un piccolo cerchio orizzontale diviso in gradi. Due snodi permettono la rotazione dello strumento attorno ad un asse orizzontale e attorno ad un asse perpendicolare al precedente e perpendicolare al piano del quadrante: in questo modo il quadrante può essere disposto in orizzontale, in verticale e su un qualunque altro piano di inclinazione intermedia. Per entrambi gli snodi si possono ottenere piccoli spostamenti grazie a una vite senza fine che ingrana sul bordo filettato di un arco di circa 120°; la vite può essere disimpegnata per compiere movimenti più rapidi. L'arco associato allo snodo dell'asse orizzontale è diviso in 120°. \nLo strumento è montato su un treppiede di legno.