Menade che suona il triangolo
dipinto
post 1790 - ante 1799
Teosa, Giuseppe (1758 -1848)
1758 -1848
mitologia
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
intonaco/ pittura a fresco
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MISURE
Altezza: 125 cm
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ATTRIBUZIONI
Teosa, Giuseppe (1758 -1848)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Averoldi
- INDIRIZZO Via Moretto 12, Brescia (BS)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Nel 1782 muore Vincenzo Averoldi, ultimo erede in linea diretta maschile del casato Averoldi che aveva fondato e fatto costruire il palazzo di via Moretto e contrada Santa Croce a metà del XVI secolo. L'edificio e tutto il suo ricco contenuto passano per via ereditaria femminile (da Barbara Averoldi, sorella di Vincenzo sposata con Ferdinando Chizzola, del ramo di Erbusco) a Giuseppe e Faustino Chizzola. Assumendo anche il cognome Averoldi, i due fratelli si stabiliscono nel palazzo bresciano e avviano importanti lavori di ammodernamento e ristrutturazione del palazzo documentati dal 1787/88 fino alla fine degli anni Novanta del Settecento. Questo intervento è finalizzato ad adeguare la dimora signorile alle nuove tendenze dell'architettura francese estremamente attente alla distribuzione degli spazi interni e al rapporto fra forma, funzione, decorazione. Nell'ambito di questo intervento edilizio viene integrato nel corpo di fabbrica centrale un edificio già esistente nell'angolo nord-estdella fabbrica e vi si ricava un appartamento privato studiato per integrare e completare l'appartamento da parata. Ne fanno parte diversi ambienti di dimensioni piuttosto contenute, ma che conservano l'originaria decorazione ad affresco che presumibilmente fu realizzata nell'ultimo decennio del XVIII secolo. Si può ipotizzare, con una certa sicurezza, pur in mancanza di espliciti riferimenti documentari che l'autografia dei dipinti sia da ricondurre ai pittori, quadraturisti e decoratori già attivi e documentati nel resto del palazzo. Per quanto riguarda la Sala del Camino Stefania Cretella individua nelle sovraporte raffiguranti Menadi la mano di Giuseppe Teosa al quale ascrive anche le figure di Venere e Cupido che campeggiano al centro della volta della sala, mentre attribuisce a Francesco Tellaroli la decorazione a grottesche.
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà persona giuridica senza scopo di lucro
- ENTE SCHEDATORE R03/ Fondazione Casa di Dio Onlus
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0