piatto da frutta di Società Ceramica Italiana Laveno; Portaluppi Piero (sec. XX)
piatto da frutta,
ca. 1920 - ca. 1929
Società Ceramica Italiana Laveno; Portaluppi Piero (1856/ 1965; 1888/ 1967)
1856/ 1965; 1888/ 1967
Piatto da frutta circolare con tesa ondulata e bordo leggermente arcuato e modellato con una profilatura incisa; di colore bianco avorio con disegno sul fondo nei colori giallo carico e blu raffigurante una casa con lungo comignolo e un cartiglio sottostante con iscrizione; tesa bordata di giallo carico e profilatura in blu.
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO piatto da frutta
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MATERIA E TECNICA
terraglia forte smaltata
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MISURE
Diametro: 20,5
Altezza: 2,4
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ATTRIBUZIONI
Società Ceramica Italiana Laveno; Portaluppi Piero (1856/ 1965; 1888/ 1967)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE MIDeC - Museo Internazionale del Design Ceramico
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Perabò
- INDIRIZZO Lungolago Perabò, 5, Laveno-mombello (VA)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il piatto fa parte di un servizio da tavola composto di undici piatti da frutta, quindici piatti piani, sette piatti fondi, due piatti da portata, una salsiera, una formaggera, una zuppiera e una insalatiera (inv. nn. 1195-1205, 1223-1237, 1239-1249, 1258). Il servizio è realizzato nella forma Vecchia Milano con decoro ideato dall'architetto milanese Piero Portaluppi in omaggio alla moglia Lia Baglia, sposata nel 1913. Il servizio, denominato "Piero e Lia", presenta infatti il disegno di una casa, simbolo della famiglia e del focolare e anche dell'attività di architetto del Portaluppi, e un cartiglio con sei iscrizioni diverse, tutte anagrammi di "Piero e Lia", che si alternano sui vari oggetti. Gli anagrammi ("Pria e l'io", "Piroleai!", "Io per Lia", "Ire al poi", "Pari o' lei", "O' iperali") sono talvolta licenze poetiche, quasi dei 'non sense', ma proprio per questo introducono a un mondo privato e amorevole fatto di un'intesa esclusiva, e in questo sta il fascino di questa invenzione di Portaluppi. L'architetto fu spesso attivo per Laveno-Mombello, ma soprattutto negli anni venti, quando eseguì uno studio per un albergo (1922), il villino per il direttore della Società Ceramica Italiana (1923), il Parco della Rimembranza, lo Stabilimento della Società Ceramica Italiana in via Buozzi (1924-1926), il progetto per lo stabilimento Verbano in via XXV aprile (1924) e il progetto per l'ampliamento del cimitero (1925). Figura poliedrica, attiva anche nei campi del disegno, della vignetta e del design, il Portaluppi si cimentò nella progettazione di ceramiche per la S.C.I. (di cui fu anche il direttore artistico) come il superbo vaso in blu cobalto con decori in oro del 1923 (in. nn. 1861-1862) tuttora conservato in una sala del museo e in questo originalissimo servizio, databile ancora agli anni venti. Proprio in quegli anni Portaluppi manifestò in un'altra occasione il gusto per gli anagrammi: nel 1926, incaricato del Piano Regolatore di Milano insieme a Marco Semenza, chiamò il Piano "Ciò per amor" dal nome di entrambi.
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- ENTE SCHEDATORE R03/ Museo Internazionale Design Ceramico
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2008
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0