Allegorie

dipinto, ca. 1738 - ca. 1749

Nel salone d'onore è presente sulla volta Apollo sul carro del sole trainato da quattro cavalli, a destra l'Aurora dalle candide ali seduta sulle scuri nubi della notte mentre sparge i fiori e regge la torcia accesa; a sinistra in basso un putto regge la lira della divinità e accanto a lui una figura muscolosa sembra ascendere al cielo: è probabilemnte Ercole, identificabile sia dai pomi che regge il putto, a riconrdo dei pomi d'oro delle Esperidi ma, soprattutto, dalla pelle di leone e dalla clava che gli altri due putti stanno portando verso la figura maschile alata che regge il serpente che si morde la coda, forse Zeus che sorregge Ebe, la futura sposa di Ercole assunto in cielo. Nella sala seguente, si trova invece la Primavera e poi la Giustizia con lo scetttro accompagnatata da due putti che reggono la bilancia e la cornucopia, a sinistra probabilmente la Fama con la tromba e la corona d'alloro e figure positive, a destra l'Inganno come figura dal viso in parte coperto dalla maschera, un uomo in catene, simbolo dei più bassi istinti terreni e l'Ignoranza con le orecchie d'asino. Nella terza sala una figura femminile alata con la tromba e due putti scacciano altre due figure di cui una è possibile identificare come l'Ignoranza. Al piano superiore la Cacciata dei Giganti.

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA malta/ pittura
  • AMBITO CULTURALE Ambito Lombardo
  • ATTRIBUZIONI Maggi, Pietro (attribuito)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE
  • LOCALIZZAZIONE Villa Cavazzi della Somaglia, Litta, Carini - complesso
  • INDIRIZZO Via Montemalo, 18, Orio Litta (LO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La costruzione del corpo centrale dell'edificio, che presenta una disposizione dei corpi a U, risale alla seconda metà del XV secolo per opera del conte Antonio Cavazzi della Somaglia. Il Palazzo, commissionato al noto architetto Giovanni Ruggeri doveva essere una manifestazione della ricchezza e importanza della famiglia Cavazzi. Alla sua morte, nel 1688, il conte lasciò la Villa in eredità al pronipote Paolo Dati a cui si deve l'ampliamento del palazzo di Orio, trasformandolo in un reggia maestosa destinata a luogo di villeggiatura e incontro di importanti personaggi della letteratura e cultura italiana settecenteschi. Nell'edizione del 1743 delle Ville di Delizia, si documenta l'assetto definitivo assunto dal complesso. La villa ha un'articolazione unitaria e simmetrica in cui emerge il corpo centrale al quale si collegano le ali più basse dei rustici, che racchiudono il cortile d'onore mediante due testate di cui quella di sinistra ospita la chiesa. I muraglioni di contenimento delle terrazze erano intettorri da scalinate a doppia rampa in cui erano inseriti ninfei. Entro il 1749 i lavori dovevano essere terminati e con essi la decorazione ad affresco riferibili alla scuola di Pietro Maggi.
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Museo Civico di Lodi
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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