Pala Cesi. Madonna in trono con Bambino con San Pietro, San Paolo, due Santi Vescovi, San Giovanni Battista e il committente

pala d'altare, ca. 1541 - ca. 1541

La pala d'altare presenta una grandiosa architettura sullo sfondo composta da poderose colonne doriche che inquadrano un arco a tutto sesto che genera una volta a botte a lacunari. Ai lati due setti murari racchiudono l'alto basamento su cui siedono la Madonna con il Bambino. Il gesto della Vergine sembra derivare da quello solenne di Aristotele della Scuola di Atena di Raffaello, nota ai pittori dell'Italia settentrionale mediante le incisioni, così come la torsione di Gesù e le figure dei santi laterali trovano riferimenti agli schemi raffaelleschi, come la Madonna del baldacchino, di cui dovevano essere numerose le stampe in circolazione. Ai piedi delle sacre figure San Giovanni Battista bambino con l'abitino di pelle, la croce nella mano sinistra con il cartiglio; a sinistra San Pietro con le chiavi del paradiso presenta il committente alla Vergine, mentre a destra San Paolo si riconosce per la spada e il libro. Alle spalle, quali chiusure della composizione, due santi Vescovi con pastorale a ricciolo, non identificabili.

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO pala d'altare
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Piazza, Callisto (1500-1561)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE
  • LOCALIZZAZIONE Chiesa abbaziale dei SS. Pietro e Paolo
  • INDIRIZZO Piazza della Vittoria, 1, Abbadia Cerreto (LO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La grande tela è forse la pala d'altare della chiesa, spostata nell'attuale collocazione nel transetto sinistro probabilmente nel 1718. I documenti sembrano concorrere a identificare il personaggio inginocchiato e presentato alla Vergine da San Pietro, in Federico Cesi, subentrato al fratello Paolo Emilio quale commendatario -abate dell'abbazia nel 1534. A tale incarico fu associato anche il privilegio economico solo nel 1537 quando il fratello morì. Secondo una iscrizione settecentesca riportata nella chiesa, nel 1541 Federico operò una ristrutturazione dell'abbazia, mentre il fratello aveva precedentemente restaurato e riordinato il convento ed è in quella occasione che commissiona l'opera a Callisto. Questo anno ben si addice alla pala sia per il superamento di quella concitazione che pervade le Storie della Passione di Cristo dipinte nella chiesa dell'Incoronata di Lodi, sia perchè sembra che l'artista voglia mostrare allo spettatore, anche grazie la gesto di invito del piccolo Battista, l'evidenza e la grandezza dell'unione tra la chiesa trionfante e quella militante: legame che si traduce visivamente nell'atto d'intercessione con cui proprio il principe degli Apostoli presenta il committente, inginocchiato ma fiero nel suo abbigliamento curiale, alla Madre celeste.
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Museo Civico di Lodi
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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