caffettiera - produzione piemontese (sec. XX)
caffettiera
ca. 1960 - ca. 1975
Moka Express Bialetti composta da: caldaia ottagonale in alluminio, l'esclusiva valvola ispezionabile e di facile pulizia, il filtro e il raccoglitore che accoglie l’essenza dell’estrazione del caffè, nero, corposo e caldo; manico e pomolo del coperchio in bakelite.\n\n\n
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO caffettiera
-
MATERIA E TECNICA
alluminio/ stampaggio
bakelite
- AMBITO CULTURALE Produzione Piemontese
- LUOGO DI CONSERVAZIONE
- LOCALIZZAZIONE Casa Macchi
- INDIRIZZO piazza Sant'Ambrogio, 2, Morazzone (VA)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La Moka Bialetti: l’unica e originale dal 1933. Da una geniale intuizione di Alfonso Bialetti, la Moka Bialetti in quasi cento anni di storia ha conquistato un posto nel cuore e nelle cucine di tutti gli italiani. Eccellente esempio di Art Déco, la Moka Express è diventata un’icona e un simbolo del Made in Italy, presente nella collezione permanente della Triennale di Milano e del MoMA di New York.\n\nLa Bialetti è stata un'azienda italiana produttrice di caffettiere.\nAlfonso Bialetti nel 1919 a Crusinallo, frazione di Omegna, nell'allora provincia di Novara (attuale provincia del Verbano-Cusio-Ossola), fondò l'omonima azienda, un'officina per la fusione in conchiglia dell'alluminio, lavorazione conto terzi, che restò attiva fino al 1927, quando chiuse l'azienda cedendola alla Alessi di Crusinallo. Riaprì un'altra attività per la fabbricazione della moka, inventata nel 1933 dallo stesso fondatore, che raggiunse la sua fama mondiale a partire dal 1947, quando Renato Bialetti, figlio di Alfonso, decise di avviarne l'esportazione: il prodotto riscosse lo stesso successo avuto nel decennio antecedente in Italia.\nNell'immediato dopoguerra fu realizzato poi il nuovo modello di moka, che venne esposto alla Fiera di Milano nel 1948.\nGli anni cinquanta videro l'azienda effettuare importanti investimenti in campo pubblicitario; nel 1952 venne creato il celebre Omino coi baffi, disegnato da Paul Campani, che dal 1958 divenne protagonista negli spot Bialetti di Carosello. Lo slogan «Eh sì sì sì... sembra facile (fare un buon caffè)!» diventa un tormentone. Nel 1955 venne siglato un accordo con la Nuova Faro di Omegna per la produzione di moka giocattolo.\nNell’azienda corrono voci che l’immagine è nient’altro che il fantasma dello stesso Alfonso, ma le immagini dell’archivio dimostrano una certa somiglianza con suo figlio, Renato Bialetti.\n\nCon la morte di Alfonso Bialetti, nel 1970, l'azienda fu totalmente gestita dal figlio Renato. A partire dagli anni settanta, per la Bialetti cominciarono i primi segnali di crisi, dovuti principalmente al calo di vendite, dovuto alla concorrenza dei produttori di caffettiere economiche che si svilupparono in quel periodo.\nNel 1986 la Bialetti, che aveva 200 dipendenti e un fatturato di 20 miliardi di lire, venne ceduta alla Faema, che ne rilevò l'intero capitale. Con la nuova proprietà avvenne la diversificazione delle attività produttive, con la realizzazione di piccoli elettrodomestici e macchine da caffè.\nNel 1993 l'azienda subì un nuovo cambio di proprietà e venne ceduta alla Rondine Italia, azienda di Coccaglio (BS) fondata nel 1947, di proprietà della famiglia Ranzoni, produttrice di strumenti per la cottura.\nNel 1998 la Bialetti si fuse con la Rondine, e si diede vita ad un nuovo gruppo, la Bialetti Industrie.\nNel nuovo Gruppo, Bialetti è il marchio più importante e quello meglio conosciuto dal pubblico, dimostrato dal fatto che uno studio del 2010 ha calcolato che il 90% delle famiglie italiane possiede una caffettiera di sua produzione.
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- ENTE SCHEDATORE R03/ FAI - Fondo Ambiente Italiano
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0