Giunone

dipinto murale, ca. 1575 - ante 1577

Il ciclo pittorico interessa la volta e la fascia alta delle pareti laterali, essendo rivestita di legno la parte rimanente delle pareti. Mensole, ricche cornici, cariatidi monocrome e quattro belle figure femminili assolvono al compito di scompartire la decorazione pittorica e definire gli spazi destinati alle scene figurate. La Sala è detta di Giunone perché al centro della volta è rappresentata una finta balaustra ad andamento quadrangolare, aperta verso un cielo nuvoloso percorso dal cocchio d'oro di Giunone, trainato da una coppia di pavoni. A scendere, i quattro riquadri sulla volta rappresentano storie della ninfa Callisto, mentre i riquadri sulle pareti illustrano la vicenda di Danae, fecondata da Giove e trasformata in orsa da Giunone, furiosa per l'ennesimo tradimento di Giove, suo consorte.

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO dipinto murale
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • AMBITO CULTURALE Ambito Lombardo
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Vertemate Franchi - complesso
  • INDIRIZZO Via Vertemate 35, Piuro (SO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Le sale affrescate di palazzo Vertemate di Piuro rientrano in un programma decorativo unitario, eseguito da un ignoto pittore lombardo, senz'altro affiancato da aiuti, durante l'ottavo decennio del XVI secolo su incarico dei fratelli Luigi e Guglielmo Vertemate, facoltosi commercianti che possedevano nella vicina Piuro palazzi altrettanto sontuosi, stando almeno alle fonti antiche: le residenze stabili dei Vertemate non ci sono più, in quanto il ricco borgo di Piuro andò distrutto sotto la rovinosa frana del 1618; palazzo Vertemate si salvò perché giaceva fuori dal paese, essendo stato concepito come una villa di delizia, perfetta per lo svago della famiglia e degli illustri ospiti. La Sala di Giunone o Sala delle adunanze si trova a piano terra, a destra dell'atrio, e la sua boiserie datata 1577 offre un appiglio cronologico considerato attendibile da tutti gli studiosi, che tendono a datare gli affreschi del palazzo in un momento immediatamente precedente e prossimo al termien dei lavori di costruzione della villa. Come in altre stanze, anche qui lo spunto viene dalle Metamorfosi di Ovidio, ma accanto alle Storie di Callisto e di Danae, rivali in amore di Giunone, rappresentata al centro della volta, troviamo ornati classicheggianti e figure allegoriche che, secondo Luca Marazzi, rimandano alle attività da cui la famiglia traeva la sua ricchezza, e in particolare il commercio e l'agricoltura. Secondo Francesco Frangi l'ottocentesco riferimento ai fratelli Campi non è del tutto fuorviante, se proposto come riferimento culturale in senso lato e se si tiene conto della gran diffusione di studi prospettico-illusionistici a partire dalle realizzazioni di Giulio Romano a palazzo Te. Frangi nelle sale del palazzo riscontra significative tangenze anche con l'opera del bresciano Lattanzio Gambara, già collaboratore di Giulio e Antonio Campi, e riferimenti ai milanesi Aurelio Luini e Giuseppe Meda. Simonetta Coppa mette in evidenza il tono stilistico sostenuto delle decorazioni e, nell'accogliere le analisi di F. Frangi, conclude che la bottega operante a Piuro possedeva una cultura eclettica ed era fortemente aggiornata sulla pittura lombarda contemporanea.
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Provincia di Sondrio
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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