Ritratto di Giacomo Francesco Ariberti

dipinto 1640 - 1660

ritratto

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • AMBITO CULTURALE Scuola Cremonese
  • ATTRIBUZIONI Natali, Giovanni Battista (1630-1696)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Accademia di Belle Arti Tadini
  • LOCALIZZAZIONE Accademia di Belle Arti Tadini
  • INDIRIZZO Via Tadini, 40, Lovere (BG)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera rientra, insieme alla pala di Bernardino Campi, nel gruppo di opere acquisite dal conte Luigi Tadini attraverso la frequentazione del marchese Sigismondo Ala Ponzone ed in particolare gli fu inviata da quest'ultimo, nell'agosto 1806, per incrementare la collezione di ritratti. Secondo la lettura fornita dall'Ala Ponzone, si sarebbe trattato di opera di "Andrea Mainardi detto il Malosso", ma il conte Tadini corresse immediatamente il riferimento in Giovanni Battista Trotti, detto il Malosso (Albertario ). \nL'opera si inquadra nella produzione ritrattistica cremonese nella seconda metà del Seicento, con riferimenti a Nuvolone e - come mi fa notare Federico Cavalieri - alla produzione del pittore cremonese Giovanni Battista Natali (cfr. il ritratto conservato presso i Musei Civici di Cremona: Miscioscia 2007). Il riferimento è stato confermato da Marco Tanzi (comunicazione scritta, 2017).\nIl riferimento è all'attività del cremonese Giovanni Battista Natali (1630-1696), allievo di Pietro Martire Neri. Sulla base della data presunta dell'effigiato e del percorso biografico dell'artista, l'opera si dovrebbe datare tra quinto e sesto decennio del secolo.\nIl personaggio ritratto, un membro della famiglia Ariberti (per la quale Lancetti 1819, in particolare pp. 313-316) si identifica probabilmente con Giacomo Francesco Ariberti (1616-1666), avviato alla carriera ecclesiastica sotto i pontefici Urbano VIII e Innocenzo X. Il prelato è ritratto con l'abito da cameriere da camera. Il disegno con il centauro che scocca una freccia potrebbe alludere all'ampia produzione letteraria dell'Ariberti e alla partecipazione ad una accademia (ad ora, non identificata). In ogni modo, il ritratto non sembrerebbe riportare le insegne del ruolo di Governatore di Roma, titolo del quale fu insignito tra il 29 aprile 1654 e l'8 gennaio 1655 (Weber 1994, p. 360).\nMarco Albertario
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Accademia di Belle Arti Tadini
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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