Imago Pietatis. Cristo morto
dipinto,
ca. 1457 - ca. 1457
Bellini, Giovanni (1435-1516)
1435-1516
Nel dipinto il corpo di Cristo sorge dal sepolcro, stagliandosi sullo sfondo di un profondo e desolato paesaggio, con un fiume sulla sinistra e un sentiero sulla destra e uno specchio d'acqua sul quale si riflette il sole che sorge. L'albero spoglio sulla roccia di destra è probabilmente un simbolo funerario. La scarna figura di Gesù si offre allo sguardo dello spettatore, in primo piano, nella quasi totale nudità. I bordi superiori dell'avello sono impreziositi da una raffinata decorazione d'oro di conchiglia.
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO dipinto
-
MATERIA E TECNICA
tavola/ pittura a tempera
-
ATTRIBUZIONI
Bellini, Giovanni (1435-1516)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Poldi Pezzoli. Collezioni d'arte del Museo Poldi Pezzoli
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Poldi Pezzoli
- INDIRIZZO Via Alessandro Manzoni 12-14, Milano (MI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera viene acquistata entro il 1864 dal conte Gian Giacomo Poldi Pezzoli, da Giuseppe Molteni che ne era in possesso e al quale nello stesso anno viene pagato il restauro. Nel 1872 il dipinto viene presentato al pubblico in occasione di una mostra tenutasi al Palazzo di Brera, dedicata alle opere d'arte antica conservate nelle collezioni milanesi. La raffigurazione del Cristo rispecchia un'iconografia nata in età medioevale nel mondo bizantino e importata in Occidente tra la fine del XIII secolo e gli inizi del XIV secolo, della quale un esemplare particolarmente celebre e raffinato si trova in un reliquiario conservato nella Chiesa di S. Croce in Gerusalemme a Roma. Dell'antica iconografia Giovanni Bellini offre un interpretazione completamente nuova, inserendo una figura naturalistica in un paesaggio atmosferico. L'attribuzione a Giovanni Bellini da Crowe e Cavalcaselle, nel 1871 e nel 1912, è stata più volte messa in dubbio dalla critica. La tavola oggi è ritenuta quasi unanimemente capolavoro dell'attività giovanile dell'artista e datata alla seconda metà degli anni cinquanta del Quattrocento. L'ascendente esercitato in questa su Giovanni Bellini dal cognato Andrea Mantegna è evidente nella realizzazione delle pieghe metalliche della veste, nell'impostazione in scorcio del volto di Cristo e dalla composizione del paesaggio. La decorazione d'oro di conchiglia nei bordi dell'avello conferma la cronologia precoce del dipinto, si tratta infatti di una tecnica ereditata dal padre Jacopo, il primo ad utilizzare l'oro di conchiglia. (Di Lorenzo, 2013)
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- ENTE SCHEDATORE R03/ Istituto per la Storia dell'Arte Lombarda
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0