Pietà

statua, post 1553 - ante 1564

Marmo raffigurante la Madonna che sorregge il corpo di Cristo morto.

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO statua
  • MATERIA E TECNICA marmo
  • ATTRIBUZIONI Buonarroti, Michelangelo (1475-1564)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Raccolte Artistiche del Castello Sforzesco
  • LOCALIZZAZIONE Castello Sforzesco - complesso
  • INDIRIZZO Piazza Castello, Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La "Pietà Rondanini" compare nell'inventario dei beni lasciati da Michelangelo, redatto alla sua morte, il 18 febbraio 1564, nella dimora romana. Michelangelo negli ultimi giorni della sua esistenza era impegnato nella realizzazione dell'opera. L'opera riemerge dall'oblio solo nel 1807, quando viene stilato l'elenco dei beni della famiglia romana dei Rondinini, in via del Corso. Giuseppe Rondinini, figlio del marchese Alessandro, raffinato collezionista e appassionato di scultura, si era spento senza eredi nel 1801. La sua collezione comprendeva oltre duecento sculture, molte delle quali recavano la sigla M.G.R. (marchese Giuseppe Rondinini), la medesima che compare sul basamento della "Pietà". L'eredità è assegnata al marchese Giuliano Capranica e comprende, tra i beni di via del Corso, la "Pietà". Il compilatore dell'inventario la definisce opera erroneamente attribuita a Michelangelo Buonarroti. Nel 1904 il palazzo viene acquistato dal conte Roberto Sanseverino Vimercati. Il gruppo, in quegli stessi anni, viene notificato, come opera di particolare interesse per il patrimonio nazionale, da parte dello Stato. In occasione della vendita del palazzo, il Ministero competente che avrebbe avuto diritto di prelazione a seguito della notifica, ne rifiuta l'acquisto. L'opera viene trasferita nella villa del figlio del conte Roberto, Ottavio, nei pressi di Roma. Il marmo viene infine collocato in un villino di via Nerola, dove ne viene permessa la visita a orari stabiliti. Gli eredi del conti decidono di vendere l'opera, prima attraverso un'asta giudiziaria e, successivamente, con trattativa privata. Il mandato di vendita viene affidato a Ettore Sestieri con un incarico della durata di sei anni. Inizia la corrispondenza con la Soprintendente di Brera, Fernanda Wittgens, che avvia una raccolta di fondi con la collaborazione della Banca Commerciale Italiana. Con l'intervento del sindaco di Milano, Virglio Ferrari, l'opera viene assicurata alla città. La destinazione dell'opera alle collezioni civiche del Castello suscita la reazione risentita della Soprintendenza che rivendica la "Pietà" per le collezioni di Brera. L'opera giunge a Milano presso la Direzione delle Civiche Raccolte d'Arte il 30 ottobre 1952. La datazione della prima versione della "Pietà Rondanini", quella a cui appartengono il braccio mutilo e, in parte, le gambe di Cristo, va collocata tra il 1552-1553 e il 1555. Dopo il 1555 Michelangelo riprende il lavoro su questo marmo, che, nel 1561, regala al suo servitore. Una terza fase di rielaborazione, secondo la testimonianza dell'amico e collaboratore Daniele da Volterra, va collocata alla fine della vita dell'artista a testimonianza della lunga e tormentata genesi della "Pietà Rondanini". Il motivo iconografico del corpo di Cristo in posizione verticale deriva dalla tavola realizzata nel 1501 per la Chiesa di S. Agostino a Roma ed oggi alla National Gallery di Londra. Secondo Panofsky (1927) l'iconografia si ispira alla scultura lignea d'Oltralpe. Nell'inventario ottocentesco l'opera viene definita "deposizione dalla Croce" a testimoniare il complesso problema iconografico posto dalla "Pietà Rondanini". La posizione elevata della figura della Madonna, collocata su un blocco di pietra oltre il quale il corpo senza vita del Figlio sembra scivolare, ha indotto a pensare che si trattasse di una deposizione nel sepolcro. Tra i disegni preparatori del modello è individuato un foglio di schizzi oggi a Oxford. Altri disegni testimoniano quanto il tema della "Pietà" fosse presente nei pensieri di Michelangelo. Due disegni sono preparati per Sebastiano del Piombo che realizzava un dipinto con la "Pietà" per Ferrante Gonzaga, nel 1533; uno è conservato oggi a casa Buonarroti e l'altro al Louvre. Un disegno con la "Pietà" è composto per l'amica Vittoria Collona e oggi conservato a Boston. Alla prima versione della "Pietà Rondanini" appartengono il braccio destro, l'impostazione della testa della Vergine, orientata verso destra e divergente da quella del Cristo, e le gambe di quest'ultimo, levigate e finite come il braccio superstite. La figura della Madonna, a parte il cambio di orientamento della testa, non deve avere subito altri mutamenti rispetto all'impostazione originaria. Forse iniziava a subire un processo di assottigliamento che la riequilibrasse rispetto alla figura del figlio. Nella nuova versione le braccia del figlio si appoggiano al tronco e alle gambe della madre e la testa è scolpita utilizzando il marmo della spalla destra della Madonna. La testa inoltre era pensata più in alto e più vicino a quella della madre, poi abbassata e assottigliata accentuandone la caduta inerte sul corpo smagrito. La "Pietà Rondanini" nel 1956 viene esposta al Castello Sforzesco nell'allestimento appositamente curato dallo studio BBPR.
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Istituto per la Storia dell'Arte Lombarda
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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