Storie di S. Teodoro

decorazione pittorica, post 1514 - ante 1514

Ciclo con le storie della vita di S. Teodoro, titolare della chiesa, dall'elezione a Vescovo di Pavia dal 740-769, sino alla morte e ai funerali officiati da Papa Leone il 20 maggio 778. Consta di quindici riquadri, dei quali due affrescati sulle pareti laterali; ogni episodio è corredato da didascalie in volgare, dipinte entro un cartiglio appeso ad un finto architrave marmoreo. Per la lettura si parte dal primo riquadro in alto a sinistra del registro superiore: Un angelo appare a re longobardo Desiderio e gli suggerisce il nome di Teodoro a nuovo vescovo di Pavia; Elezione di Teodoro a vescovo, alla presenza del re, in trono, che riunisce popolo e clero; Teodoro si reca a Roma per ricevere la consacrazione all'episcopato e nel tragitto effettua guarigioni; Papa Leone IV lo conferma vescovo; Ritorno da Roma a Pavia, accolto dal clero; Il Santo fa passare una vedova sul Ticino e guarisce il figlio paralitico; Riattacca la mano ad un giudeo e lo battezza; Teodoro respinge l'esercito Franco, entrato in città con l'aiuto della figlia di Desiderio; Il Santo difende Pavia dall'assedio dei franchi; Il nipote di re Carlo Magno volendo colpire S. Teodoro è ucciso dalla sua stessa freccia; Il Santo resuscita il giovane principe; Le acque del Ticino sommergono l'accampamento francese.

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO decorazione pittorica
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • AMBITO CULTURALE Scuola Lombarda
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE
  • LOCALIZZAZIONE Chiesa di S. Teodoro
  • INDIRIZZO Piazza San Teodoro, 3, Pavia (PV)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Sulla parete destra: Un angelo preannuncia a papa Leone, raccolto in preghiera, la morte prossima di Teodoro; Viaggio del pontefice a Pavia per celebrare le esequie, a sinistra è rappresentata Roma e a destra Pavia. Nella fascia sopra l'arco d'ingresso del presbiterio: Il santo a letto, morente, riceve il viatico dal Papa; il letto funebre portato a spalle dai vescovi e dal pontefice che prende parte ai funerali. Gli affreschi vengono realizzati da un ignoto artista lombardo nel 1514, grazie alle offerte raccolte dall'allora prevosto, Giovanni Luchino Corti (protonotario apostolico e vicario episcopale dal 1525) come viene riferito dall'iscrizione latina posta lungo il margine superiore della serie di affreschi. Il ciclo consta di quindici riquadri, dei quali due affrescati sulle pareti laterali, in cui ogni singolo episodio è corredato da didascalie esplicative in volgare, probabilmente suggerite da colto parroco umanista Corti. Le poche notizie attendibili riguardanti S. Teodoro si desumono dall'epitaffio metrico, in ventitre versi esametri, nel quale il Santo, parlando in prima persona, espone le vicende della propria vita. Educato dal vescovo Pietro, si avvicina alle lettere e diviene lui stesso vescovo di Pavia dal 740 al 769, negli ultimi anni di regno di re Desiderio, per motivi non chiari viene esiliato, ma ritorna in occasione della resa della città longobarda ai Franchi di Carlo Magno nel 774; muore attorno al 769 e viene sepolto nella basilica di S. Agnese (in origine forse in S. Giovanni in Borgo), in seguito a lui intitolata. Con S. Siro e S. Agostino è patrono di Pavia. A fianco delle poche notizie sicure sulla vita del Santo, fioriscono numerose leggende ed è proprio la componente leggendaria a caratterizzare il ciclo affrescato, che probabilmente utilizza come fonte iconografica il manoscritto di prete Sisinno o Sisino, discepolo di S. Teodoro, che narra la vita leggendaria del Santo. Allo stato attuale degli studi, il problema riguarda il riconoscimento dell'autore di questo ciclo e anche di quello di fronte, sempre nel transetto. La presenza di Bernardino Lanzani da S. Colombano in questa chiesa, documentata da un contratto di commissione del 13 marzo 1523, stipulato con il parroco Corti, per la decorazione della cappella di S. Maria Maddalena ha indotto alcuna parte della critica ad ascrivere al pittore, buona parte della decorazione cinquecentesca conservata nella basilica ed anche questo ciclo. Crowe e Cavalcaselle, invece, vedono la mano di Lorenzo Fasolo, pittore di origine pavese, trasferitosi, con il figlio Bernardino, a Genova nel 1494. Fanciulli Pezzini propone il nome del "Maestro delle Storie di S. Teodoro" caratterizzato dalla resa di figure un po' legnose, dai pesanti panneggi caratterizzati da rigide pieghe metalliche. Nel " riquadro con il "Viaggio di Papa Leone a Pavia per le solenni esequie di S. Teodoro" Suida vede affinità con il "Maestro della vita di S.Agnese" che definisce "maestro bramantinesco". Lo studioso e la Pellegrini, rimandano questo riquadro allo "Incontro tra Attila e Leone Magno" nella Stanza di Eliodoro nel Palazzo Vaticano, affresco ultimato da Raffaello dopo la morte di Giulio II, dopo il febbraio 1513, infatti nella lunetta è raffigurato il nuovo pontefice Leone X, salito al soglio pontificio nel 1513. Le due figure a cavallo in abito cardinalizio hanno come modello il medesimo soggetto a sinistra nella lunetta vaticana. La citazione raffaellesca porta a ipotizzare anche per questo episodio l'intervento del "Maestro della vita di S. Agnese", pittore sensibile alla maniera di Raffaello e di Bramante. Bisogna precisare che ci troviamo di fronte ad un anacronismo storico tra la morte di Teodoro, avvenuta il 20 maggio 778 e i pontificati di Leone IV, consacrato papa nell' 856, quindi dopo la morte di Teodoro e di Leone III che regge la Chiesa a partire dal 795, troppo tardi per poter intervenire ai funerali. E' probabile che sotto il pontificato di Leone III o IV è avvenuta la traslazione delle reliquie di S. Teodoro dalla chiesa di S. Giovanni in Borgo (dove vengono sepolti tutti i vescovi di Pavia) a quella di S. Agnese. Il motivo del trasferimento potrebbe esser legato al fatto che S.Teodoro era stato diacono di tale chiesa e che probabilmente fu lui a farla erigere. Ma i due riquadri affrescati sulle pareti laterali, sembrano staccarsi stilisticamente da quelli sulla parete di fondo, avvicinandosi in modo sorprendente a quelli di fronte e a quelli nella cappella di S.Antonio in S.Salvatore: il ricorrente motivo a grottesca su fondo giallo, i visi di alcuni prelati, le mani lunghe. Le architetture dalla cromia rossa del cotto, presenti nei dodici riquadri sulla parete centrale, lasciano il posto ad edifici resi con maggior maestria e conoscenza delle regole prospettiche.
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Provincia di Pavia
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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