Virgilio legge il sesto libro dell'Eneide alla corte di Augusto
dipinto,
post 1818 - ante 1819
Wicar, Jean-baptiste (1762-1834)
1762-1834
Dipinto a olio su tela ambientato nell'interno di un palazzo dell'antica Roma decorato con statue ed erme. Al centro della scena l'imperatore Augusto fa cenno al poeta Virgilio, raffigurato a sinistra, di interrompere la lettura dei versi del suo poema, che hanno provocato lo svenimento di sua sorella Ottavia, da lui sorretta. A sinistra la moglie dell'imperatore, Livia; a destra Mecenate, il medico Musa e il generale Agrippa.
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
OLIO SU TELA
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ATTRIBUZIONI
Wicar, Jean-baptiste (1762-1834)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Villa Carlotta. Collezione Giovanni Battista Sommariva
- LOCALIZZAZIONE Villa Carlotta - complesso
- INDIRIZZO Via Regina, 2, Tremezzo (CO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto fu commissionato nel 1818 dal conte Giovan Battista Sommariva. A far da tramite tra il pittore francese, di stanza a Roma, e Sommariva fu l'amico scultore Antonio Canova, a cui si deve verosimilmente anche la scelta del soggetto, molto diffuso in età neoclassica (versioni di Ingres, Kauffman, Camuccini). La tela, completata nel 1820, fu presentata nell'ottobre del 1821 a Milano all'Esposizione annuale di Belle Arti dell'Accademia di Brera. Il dipinto raffigura Virgilio che legge il sesto libro dell'Eneide davanti ad Augusto e alla sua corte. L'emozione per i versi dedicati al nipote prediletto dell'imperatore, Marcello, morto prematuramente ("Tu Marcellus eris", Eneide, VI, 883), provocano lo svenimento di sua madre Ottavia. Augusto, sorreggendo la sorella svenuta, fa cenno a Virgilio di interrompere la lettura, mentre Livia, moglie dell'imperatore, sospettata come mandante della morte del giovane Marcello, è raffigurata a sinistra in atteggiamento impassibile. La scena è chiusa a destra dalla figura di Mecenate, colto nell'atto di chinarsi verso Ottavia, e da quelle del medico Musa e del generale Agrippa. Una peculiarità iconografica del dipinto è data dal fatto che le sembianze di Mecenate e del generale Agrippa sono quelle di Giovan Battista Sommariva e di Napoleone. La scelta di Sommariva di farsi ritrarre nelle vesti di Mecenate celebra la sua lunga attività di committente e di protettore delle arti, mentre la raffigurazione di Napoleone, ormai in epoca di Restaurazione, funge come affermazione orgogliosa degli ideali politici di Sommariva, la cui fortuna si legò strettamente al regime napoleonico.
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- ENTE SCHEDATORE R03/ Provincia di Como
- DATA DI COMPILAZIONE 2014
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0