Estate

dipinto 1684 - 1684

Oggetto di un restauro condotto nel 1988, l'opera appartiene a una serie di quattro tele in ottimo stato di conservazione, oggi tutte riunite nel Museo Lechi. La foderatura realizzata in quella circostanza ha solo in parte garantito la leggibilità delle iscrizioni antiche vergate sul retro delle tele originarie, che nel caso della tela in esame è stata riportata dal restauratore sulla tela di rifodero. Si apprende così che l'Estate recava la scritta "Gio. Battista Gaulli detto Baciccia. 1684". Dal punto di vista iconografico i quattro dipinti rivelano un sostanziale allineamento alla tradizione rappresentativa delle stagioni. Come di consueto, l'Estate è impersonata da Cerere, divinità della mietitura, con la falce, le spighe fra i capelli e la torcia accesa.

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Gaulli, Giovanni Battista Detto Baciccio (1639-1709)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Sistema Museale Montichiari Musei
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Tabarino
  • INDIRIZZO Piazza Teatro, 23, Montichiari (BS)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE A fornire una fondamentale indicazione sulla storia collezionistica di questi notevoli dipinti contribuisce il volume "Le pitture e le sculture di Brescia" di Giovan Battista Carboni, andato in stampa nel 1760. Tutte e quattro le opere risultano infatti segnalate nella dettagliata descrizione dedicata alle raccolte a quel tempo conservate "Nel palazzo de' Signori Conti Avogadro Appresso San Bartolomeo", edificio tuttora esistente nell'attuale via Moretto in città. Considerato che una buona parte dei dipinti Avogadro passa in eredità ad inizio Ottocento ai Fenaroli, e che alcuni di essi confluiscono in seguito nella proprietà della famiglia Lechi, il collegamento con la testimonianza del Carboni appare del tutto lineare. Oltre che dall'iscrizione sul retro della fodera, la paternità al Baciccio e la datazione (1684) sono confermate dalla luminosa dimensione decorativa del dipinto, contraddistinta da una condotta schiarita e da una percezione della forma lustra e levigata. È evidente che l'intera serie, di grande qualità, fu volutamente commissionata ad artisti diversi (l'Estate al Baciccio, l'Autunno a Luigi Garzi, la Primavera a Pietro Locatelli e l'Inverno a un seguace di Pier Francesco Mola), ma tutti strettamente legati alla cultura pittorica del tardo Seicento romano. Pochi anni prima il Baciccio aveva concluso l'importante decorazione ad affresco della chiesa del Gesù a Roma, il lavoro che forse lo ha reso più celebre.
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Fondazione Civiltà Bresciana
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2013||2014
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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