Madonna con san Cristoforo e due committenti

dipinto, ca. 1575 - ca. 1575

sacro

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Tintoretto, Jacopo (1519-1594)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo d'Arte Sacra San Martino
  • LOCALIZZAZIONE Museo d'Arte Sacra San Martino
  • INDIRIZZO Piazza Italia, 8, Alzano Lombardo (BG)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Probabilmente proveniente dalla raccolta di Brera, che custodiva le opere confiscate nelle soppressioni napoleoniche, la tela fu acquistata dalla Fabbriceria San Martino intorno al 1820-1821. Secondo la ricostruzione fatta da M. Pittaluga, doveva essere la pala dell'Oratorio della Confraternita dei Mendicanti di Venezia. Non si sa come giunse ad Alzano, ma si ipotizza un coinvolgimento di don Giuseppe Bongiani, che aveva ottimi rapporti con il governo austriaco allora in carica. La tela raffigura l'episodio della conversione di San Cristoforo. Secondo la versione popolare della vicenda, tratta dalla Legenda Aurea di Jacopo da Varagine, Cristoforo era un cananeo di statura gigantesca. Dopo essere stato al servizio del demonio, decise di seguire Cristo e, guidato da un eremita, si dedicò a trasportare i poveri e i deboli al di là del fiume. La scena rappresenta il momento culminante: Cristoforo, che sta sprofondando nell'acqua, si volta per osservare il bambino che ha sulle spalle, sorreggendosi con la mano destra al suo bastone, un tronco di palma. Il fanciullo lo invita a proseguire, indicandogli la via per la salvezza. Dopo aver raggiunto con grande fatica la sponda opposta, il Bambino si rivela essere Cristo e dice al santo che quella notte ha portato sulle spalle il peso del mondo, ben esemplificato dal globo retto tra le mani. Secondo uno schema cinquecentesco, assistono alla scena la Madonna, le cui vesti sono della stessa tonalità di quelle del Bambino, e due dignitari della corte dogale, riccamente abbigliati, committenti dell'opera. Già assegnato alla bottega di Jacopo Tintoretto, è oggi attribuito alla mano del grande maestro veneziano. La pennellata energica, le forme sempre più solide e potenti e il senso della luce, concepita come formula espressiva drammatica, consentono di riferire il dipinto ad una fase matura, molto probabilmente intorno al 1575.
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Provincia di Bergamo
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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