60 Camelie e 1 Rosa

disegno, post 1832 - ante 1836

60 disegni acquarellati rappresentanti 59 camelie e 1 rosa. I fogli, di differente formato e tipo di carta, sono contenuti in una cartella rigida e separati da fogli di carta barriera, che hanno sostituito precedenti veline. Alcuni fogli riportano la filigrana "J WHATMAN TURKEY MILL 1832". Le iscrizioni sui disegni sono realizzate a matita e inchiostro a penna. I fogli sono numerati progressivamente a matita in alto al centro. Sul verso compaiono ulteriori iscrizioni e marchi: il nome scientifico della camelia rappresentata, il timbro del Museo Civico di Storia Naturale, talvolta una numerazione (precedente).

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO disegno
  • MATERIA E TECNICA carta/ acquerellatura
    carta/ matita
  • AMBITO CULTURALE Ambito Italiano
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Civico di Storia Naturale di Milano
  • LOCALIZZAZIONE Museo Civico di Storia Naturale
  • INDIRIZZO Corso Venezia, 55, Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Questo album di 60 tavole è pervenuto alla Biblioteca del Museo Civico di Storia Naturale attraverso il lascito del ragioniere Agostino Ronchetti (10 luglio 1902). E' stato riscoperto durante i lavori di risistemazione della Biblioteca nel 1969-70. Le tavole, disegnate a matita e acquerellate, sono numerate progressivamente da 1 a 60 in alto al centro, anche se non mancano indicazioni di altre numerazioni sul verso, su cui sono riportate anche le didascalie e il timbro di appartenza al Museo. Rappresentano le camelie del giardino milanese di Luigi Sacco, che con tutta probabilità le commissiona personalmente e le fa eseguire da uno o più artisti che copiano i fiori dal vero. Il dottor Luigi Sacco (Varese, 9 marzo 1769 - Milano, 26 dicembre 1836) è noto soprattutto per i suoi studi di medicina. E' il primo in Italia ad inoculare il vaccino contro il vaiolo, scoperto da Jenner in Inghilterra. Diventa primario dell'Ospedale Maggiore di Milano. Sperimenta inoltre cure contro l'idrofobia. Sensibile alle tematiche ambientali, si fa promotore della bonificazione delle paludi di Colico e di attività legate all'agronomia e floricoltura. A fianco della intensa attività di medico, il Sacco coltiva infatti una passione speciale per la botanica, la cura delle piante e in particolare le camelie, di cui è tra i primi coltivatori in Italia e possiede quasi 10.000 esemplari. Il giardino presso la sua villa in corso Monforte n. 26 a Milano viene descritto da un articolo anonimo sulla "Gazzetta di Milano" (20 aprile 1837), da Lorenzo Berlese negli "Annales de la Societé d'Horticulture de Paris" (1832) e da Francesco Pertusati ne "Il Giardiniere" (1852). Al centro del giardino vi era una serra in ferro massiccio e vetri in cristallo di Boemia, con un monticello decorato da rocce, stalattiti e conchiglie, tra cui crescevano le camelie. L'innovativo giardino d'inverno era stato ideato intorno al 1833, sembra su ispirazione della Galleria De Cristoforis di Milano, e si avvaleva di tubi sotterranei che portavano calore alle piante, nonchè di specchi collocati in modo da riflettere le immagini dei fiori e la luce. In considerazione dei suoi meriti botanici, al Sacco vengono dedicate tre varietà di camelie, che portano il suo nome: la "color di lacca", ottenuta direttamente da lui; la "Sacco di Lainate", proveniente dalle serre di Lainate; infine, la "Sacco vera", nata dalle sementi del Sacco ma fiorita dopo la sua morte e dedicatagli dal suo giardiniere, Paolino. In effetti, il giardino del Sacco continua ad essere coltivato anche dopo la sua morte dal giardiniere, incaricato dalla vedova del medico: l'uomo è analfabeta, e morendo improvvisamente di un colpo apoplettico non tramanda i nomi e la provenienza delle piante da lui esclusivamente coltivate. Alcuni esemplari tuttavia giungono sul mercato e vengono acquistati proprio dall'abate di origini italiane poi naturalizzato francese Lorenzo Berlese, personaggio di spicco nel mondo della coltivazione delle camelie. I rapporti tra il dottor Sacco e l'abate Berlese trovano molteplici conferme. Nei già citati "Annales" (1832), in cui Berlese descrive il viaggio da lui compiuto in Italia settentrionale per visitare i più importanti giardini, la collezione di camelie del Sacco viene definita "la plus intéressante que je connaisse". Tra le varietà viste dal Berlese ve ne sono alcune di quelle rappresentate nelle tavole in esame, come le Camelie Coccinea e Grandiflora. Ancora più significative sono le molteplici menzioni delle camelie del Sacco nella grande opera di Berlese, l'"Iconographie du genre camellia", edita in tre volumi tra il 1841 e il 1843 e corredata da incisioni su rame tratte dai disegni dell'artista J.J. Jung. Il nome del Sacco ricorre più volte e molte delle sue camelie vi sono raffigurate. I disegni del Museo trovano corrispondenza con le tipologie rappresentate nelle tavole illustrative di Jung, ma le camelie sono rappresentate in modo diverso: la posizione del fiore, delle foglie e del gambo differisce; nei disegni milanesi è sempre rappresentato non solo il fiore ma anche il bocciolo, al contrario delle stampe francesi; in queste ultime, probabilmente a causa della tecnica utilizzata, la rappresentazione della pianta risulta più rigida rispetto alla maggiore libertà esecutiva e naturalezza dei disegni. Le tavole milanesi non sono firmate, ma sembrano opera di un unico artista che sembra pienamente partecipare alla medesima temperie culturale in cui lavora Jung. Per quanto riguarda la datazione, esse dovrebbe essere state eseguite dopo il 1832, data che compare nella filigrana di numerosi fogli, e prima del 1836, anno della morte del Sacco, che verosimilmente le commissiona.
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Museo Civico di Storia Naturale
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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