scialle - ambito Francia (sec. XIX)
Scialle quadrato con riserva verde, bordure arlecchino sui lati dell'ordito a riprendere i colori delle trame lanciate. Il manufatto è foderato da un tessuto barrato avorio provvisto di cimose e cucito seguendo l'ordito dello scialle medesimo. I 4 angolari di forma quadrata (cm. 46 x 51 circa) del disegno sono raccordati tra loro su tutti i lati dello scialle attraverso due strutture "architettoniche" a nicchia con arco ogivale. Angolari e nicchie sono divisi in compartimenti romboidali dal profilo festonato che ricorda i lobi di archi islamici cuspidati; al loro interno si alternano motivi a palmetta, infiorescenze stilizzate (fiori di loto?) e boteh. La silhouette degli angolari e delle struttura "architettoniche" è ammorbidita da una sequela di foglie lanceolate; dai vertici interni degli angolari e dallo spazio tra le arcate ogivali partono 8 aeree palmette convergenti al centro. Le bordure si caratterizzano per una serie di incorniciature ogivali a doppia punta allacciate a un tralcio continuo di boteh a "nastro".
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO scialle
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MATERIA E TECNICA
LANA
SETA
tessuto
arazzo/ ricamo
tessuto (spiegato)
- AMBITO CULTURALE Ambito Francia
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Area Museo delle Culture, Progetti Interculturali e Arte nello Spazio Pubblico. Collezione Emilia Balossi Restelli
- LOCALIZZAZIONE MUDEC - Museo delle Culture
- INDIRIZZO Via Tortona, 56, Milano (MI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La tecnica al lanciato dello scialle nelle collezioni del MUDEC costituisce un parametro dirimente per un'attribuzione europea e, nel caso specifico, francese. L'inizio della fortuna degli scialli in Francia è concordemente fissato alla spedizione d'Egitto, tuttavia già prima della Rivoluzione francese, la Grande Fabrique lionese, sollecitata dai disegni dei cotoni stampati indiani, aveva avviato la campionatura di nuovi prodotti tra i quali anche sciarpe chiamate châle dall'Esposizione del 1801. L'uso degli scialli accompagnò l'affermazione della moda neo-classica e nel 1804-1805 apparvero in commercio i primi manufatti di lana con disegni per trame broccate che creavano a rovescio un considerevole e inutile spessore. Tale inconveniente, assente negli scialli del Kashmir - che pure erano realizzati con la tecnica degli spolini ma partendo da fili di lana particolarmente sottili e morbidi ottenuti dalla capra hircus e da un know how di filatura affinato in loco - portò in Francia alla introduzione e al prevalere della tecnica al lanciato (Bezon, 1859, pp. 343 e ss.). Essa peraltro garantiva all'oggetto una testurizzazione più liscia e un disegno più definito nonché la possibilità di esprimere curve migliori, nel rispetto di canoni estetici condivisi dalla traduzione lionese di precisione esecutiva. L'elevato costo degli scialli importati dall'India e l'accrescimento e l'allargamento della domanda a diverse classi sociali sostennero lo sviluppo delle manifatture dedicate alla realizzazione di questi accessori. Se alcuni fabbricanti francesi si mantennero aderenti alla tradizione decorativa indiana in cui era centrale una certa modalità rappresentativa delle cosiddette palmette, altri elaborarono invece un gusto differente che venne lanciato alle esposizioni industriali parigine del 1834 e del 1839. Tra costoro bisogna ricordare Amedée Couder, disegnatore di punta durante il regno di Luigi Filippo (1830-1848) il cui atelier, aperto a Parigi nel 1820, si distinse per uno stile innovativo passato alla storia con il nome di "Rinascimento" e che combina suggestioni architettoniche e floreali esotiche, a mezzo tra Persia e India, ibridate da un senso lussureggiante barocco della decorazione (F. Ames, 1986, pp. 143 e ss.). L'oggetto in analisi rappresenta un esemplare da ascrivere a questa tendenza, la sua datazione nel periodo di Luigi Filippo si fonda altresì su altri indizi: la forma quadrata, che ridotta ad un triangolo con la piegatura lungo la diagonale ben si adattava all'allargamento fittizio delle spalle femminili dovuto alle maniche "prosciutto", il colore verde della riserva, le bordure arlecchino costituite da porzioni unite di tessuto in differenti colori che furono soppiantate da bordure a disegno a partire dal 1847 (M. Lévi-Strauss, 1995, p. 101). La datazione all'ultima parte del regno di Luigi Filippo tiene conto della tendenza generale nella storia degli scialli all'aumento con il passare del tempo della parte decorata rispetto a quella unita.
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
- ENTE SCHEDATORE R03/ Mudec - Museo delle Culture
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0