La tortura di San Vincenzo con il piombo fuso
L'episodio della tortura di San Vincenzo con il piombo fuso occupa l'intera porzione tra le finestre nord ed est. La composizione è dominata dal corpo disteso del Santo con piedi uniti e braccia aperte con allusione tipologica alla Crocifissione di Cristo. Attorno appaiono alcuni aguzzini intenti a infliggergli il martirio, adoperandosi a tenere fermo il protagonista e a scaldare un vaso con il piombo fuso che gli viene poi versato sul corpo; in alto a destra era presente in origine un gruppo di Cristiani, oggi riconoscibile in una sola figura che protende le braccia verso il Santo. La scena è inserita in un'ambientazione ben costruita, tra rocce e un architettura civile che fa da sfondo, mentre sulla cornice sottostante è presente un'iscrizione esplicativa.
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO dipinto
-
MATERIA E TECNICA
intonaco/ pittura a fresco
- AMBITO CULTURALE Bottega Lombarda
- LUOGO DI CONSERVAZIONE
- LOCALIZZAZIONE Basilica di S. Vincenzo
- INDIRIZZO Via San Vincenzo, Cantù (CO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Sul colle di Galliano, nei pressi di Cantù (CO), sorge la basilica di San Vincenzo. L'attuale edificio, costruito su un complesso del V secolo, è stato commissionato entro il 1007 da Ariberto da Intimiano (960/970-1045), allora custos del sito e suddiacono della Cattedrale milanese, come indicato da un'iscrizione dedicatoria murata nel perimetrale nord. Al tempo della fondazione risalgono le pitture dell'emiciclo absidale che comprendono, oltre alla rappresentazione del committente, cinque episodi della storia di San Vincenzo, martire di Saragozza al quale è dedicata la basilica. Sistemate all'interno di tre riquadri, le scene narrano l'interrogatorio del Santo davanti all'Imperatore e la prima tortura, il secondo supplizio con il piombo fuso, il rinvenimento del corpo e il seppellimento. Il carattere narrativo del tema ha permesso agli artisti attivi per questa intera serie di realizzare figure permeate da un forte dinamismo a discapito della solenne monumentalità che connota la Maiestas Domini nel semicatino absidale, comunque opera delle stesse maestranze. La fonte che ha ispirato l'episodio è stata rintracciata solo in tempi recenti: si tratta di una versione abbreviata della Vita di San Vincenzo conservata in un codice altomedievale custodito alla Biblioteca Ambrosiana di Milano. Sebbene parte considerevole dei pigmenti sia caduta, le pitture sono in discreto stato di conservazione non presentando lacune estese anche grazie al mancato stacco avvenuto, invece, per i dipinti della navata.
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- ENTE SCHEDATORE R03/ Istituto per la Storia dell'Arte Lombarda
-
DATA DI AGGIORNAMENTO
2015
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0