VEDUTA LACUSTRE
Il dipinto è dominato dalla massa cubica di una casa a tre piani, vista per angolo, che s'affaccia su un lago,dalle acque calme, azzurre e lattiginose. A sinistra due alberi dal tronco sottile sono dipinti in primo piano. I volumi sferoidali e verdi del loro fogliame emergono plasticamente dall'ombra. La casa ha un portone che s'affaccia su di una strada deserta che costeggia il lago, svoltando repentinamente a destra. Il portone è chiuso come chiuse sono le ante verdi delle finestre. Il paesaggio è silenzioso e vuoto di presenze umane. Lo sfondo è dominato dalle masse scure, verdi e bluastre delle montagne che serrano, incombenti, il lago a destra e conferiscono al paesaggio un tono di cupa solitudine, quasi un presagio sottolineato dal cielo scuro che s'intravede in alto. La scena è immersa in una luce lunare e la casa proietta un'ombra azzurrognola sulla strada mentre un'ombra più profonda, a zig zag, si delinea sulle pareti dell'edificio.
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO dipinto
-
MATERIA E TECNICA
olio su tavola
-
ATTRIBUZIONI
Parenti Marino (1900/1963)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Civico G. Bellini. Collezione Parenti
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Monte dei Pegni
- INDIRIZZO Via Garibaldi, 7, Asola (MN)
-
NOTIZIE STORICO CRITICHE
l dipinto è caratterizzato da un'austerità cromatica e da un'accentuata consistenza delle masse chiaroscurali che potrebbero confermare una datazione alla fine degli anni '20 quando, nello stile di Parenti, si avvertiva maggiormente l'eco di un certo Novecento, con richiami a Carrà, per la strutturazione geometrica dei volumi e a Sironi, per le atmosfere di silenziosa e cupa solitudine./\nL'opera potrebbe così risalira agli anni milanesi di Parenti quando, intorno alla trattoria toscana di via Bagutta, si stava stringendo" un cenacolo di letterati milanesi, formatosi verso l'aprile del 1926 da un nucleo storico al quale appartenevano Riccardo Bacchelli, Lorenzo Montano e Adolfo Franci" (cfr. Walter Canavesio, "Un uomo dai <
>", in 'Un uomo di lettere. Marino Parenti e il suo epistolario', a cura di Angelo D'Orsi, Torino, Provincia di Torino, 2001, p.19). A questo nucleo si aggiungeranno poi altre personalità, tra le quali quel Mario Vellani Marchi, pittore e caricaturista, che potrebbe aver avuto un ruolo non secondario di stimolo figurativo per Parenti, soprattutto nella direzione del chiarismo lombardo./\nD'altro canto il soggetto potrebbe essere identificato in una veduta del lago di Olgiate o di Garlate, presso Merate, dove Parenti riparò nel 1943, con le collezioni manzoniane, durante gli anni della guerra e dove rimase fino al 1947, anno del suo trasferimento alla Sansoni di Firenze. La data dipinta a pennello in basso a sinistra non è infatti chiaramente leggibile e potrebbe essere interpretata anche come un "43". - TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- ENTE SCHEDATORE R03/ Museo Civico G. Bellini
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0