Veduta del Monte Soratte con una condotta di Masnadieri. VEDUTA DEL MONTE SORATTE
dipinto,
1832 - 1832
Taparelli D'azeglio, Massimo (1798-1866)
1798-1866
paesaggio
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tela/ pittura a olio
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ATTRIBUZIONI
Taparelli D'azeglio, Massimo (1798-1866)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Accademia di Belle Arti di Brera. Collezione Stampa Stefano
- LOCALIZZAZIONE Palazzo di Brera
- INDIRIZZO Via Brera 28, Milano (MI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto, esposto nel 1832 a Brera, fa parte della serie di paesaggi romani che godettero di molta fortuna a Milano nella prima metà dell'Ottocento. Sulla scia degli esempi dei pittori nordici, tra cui Hackert, Tries, Reinhart e Rohden, anche d'Azeglio ripropone una veduta dei colli di Roma, in particolare quella del monte Soratte, animata da macchiette rappresentanti dei briganti. Relativamente al soggetto dei briganti, va ricordato il dipinto "Briganti nella campagna romana", conservato al Museo di Montepellier, un'acquerello raffigurante "Scena di briganti nella campagna romana" alla Biblioteca Reale di Torino ed un repertorio di disegni eseguiti dal d'Azeglio sotto la guida di Bartolomeo Pinelli il quale, tra il 1819 e il 1822, pubblicava "Una raccolta di Cinquanta costumi de contorni di Roma compresi diversi fatti di briganti", allineandosi così ai gusti dei primi decenni dell'Ottocento che imponevano, alla rappresentazione del paesaggio, l'annotazione folcloristica, in particolare della tradizione leggendaria del luogo. Sulla scelta del paesaggio influirono, invece, la conoscenza degli studi sulla campagna romana dell'amico Vincenzo Revelli e il soggiorno nella Sabina nell'estate del 1821, descritto minuziosamente ne "I miei ricordi"; per l'impostazione del dipinto, costituito da una successione di diversi piani (monti e vallate) che creano una prospettiva "infinita" grazie all'"escamotage" del punto di vista più alto del reale, si ricollega alle visioni paesaggistiche del piemontese Giuseppe Pietro Bagetti, artista conosciuto a Torino. A testimonianza della metodologia di lavoro adottata dal pittore, prima della stesura definitiva della tela, rimangono numerose vedute del monte ritratte dal vero, tra cui due bozzetti conservati al Museo Civico di Torino.
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- ENTE SCHEDATORE R03/ Accademia di Belle Arti di Brera
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0