San Giorgio e il drago. San Giorgio e il drago

icona, post 1790 - ante 1800

Il modello compositivo della nostra icona è guidato da due diagonali (la lancia del Santo e la sagoma del cavallo), mentre un senso di eleganza emana dalla figura di San Giorgio. Ritta fuori dalla porta del palazzo la principessa, vestita con un manto regale foderato di ermellino e con la testa incoronata, regge un laccio bianco legato intorno al collo del drago. Sullo sfondo, colline e la città con torri e pinnacoli. L'immagine viene completata dal Cristo benedicente, che compare, alto fra le nuvole, con il Vangelo in mano, mentre un angelo da lui inviato vola a posare una corona sul capo di San Giorgio. In cornice, stilizzati, i due fratelli, Lauro e Floro, santi martiri molto amati dai Russi.

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO icona
  • MATERIA E TECNICA tempera all'uovo su tavola
  • AMBITO CULTURALE Scuola Russa Di Guslicy
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Fondazione Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi
  • LOCALIZZAZIONE Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi
  • INDIRIZZO Via Bernardino Varisco, 9, Chiari (BS)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'antichità e la diffusione del culto di san Giorgio sono attestati da numerosissimi documenti letterari, artistici e archeologici. Universalmente recepito come l'incarnazione dei valori dell'eroismo e dell'onore, questo soggetto antichissimo è legato al tema mitico della lotta fra i principi del bene e del male. Originariamente investito di un significato simbolico che rimanda al testo dell'Apocalisse, a cui si ispira più direttamente l'immagine dell'Arcangelo Michele che trafigge il mostro, San Giorgio, che libera la principessa di Selem dal drago, diviene successivamente, tra i soggetti iconografici più diffusi e più amati dal popolo dei credenti. Nel Medioevo, nella lotta di san Giorgio il mondo della cavalleria vi vide incarnati i suoi ideali. Rapidamente egli divenne un santo tra i più venerati in ogni parte del mondo cristiano. Per avere un'idea del diffusissimo culto che il santo cavaliere e martire Giorgio godé in tutta la cristianità, si danno alcuni dati: nella sola Italia vi sono ben 21 Comuni che portano il suo nome; Georgia è il nome di uno Stato americano degli U.S.A. e di una Repubblica caucasica; sei re di Gran Bretagna e Irlanda, due re di Grecia e altri dell'Est europeo, portarono il suo nome. È patrono dell'Inghilterra, di intere Regioni spagnole, del Portogallo, della Lituania; di città come Genova, Campobasso, Ferrara, Reggio Calabria e di centinaia di altre città e paesi. Vari Ordini cavallereschi portano oggi il suo nome e i suoi simboli: l'Ordine della Giarrettiera, l'Ordine Teutonico, l'Ordine Militare di Calatrava; il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio e molti altri. Forse nessun santo sin dall'antichità ha riscosso tanta venerazione popolare, sia in Occidente che in Oriente. Recepito come "il vittorioso" e il "grande martire", San Giorgio ispira in Oriente una vastissima produzione iconografica". Il modello compositivo della nostra icona (fine secolo XVIII) della scuola russa della zona di Guslicy, è guidato da due diagonali (la lancia del Santo e la sagoma del cavallo), mentre un senso di eleganza emana dalla figura di San Giorgio, il cui manto, rosso fiamma con ombreggiature dorate, sventola nella corsa, mosso energicamente dal balzo del cavallo bianco -come la tradizione lo vuole- che vola letteralmente al di sopra de lago per consentire al guerriero di infiggere la lancia, che porta in cima una croce, nella bocca spalancata del mostro: le sorti della battaglia contro il male sono segnate; il drago è colpito e la forza del bene è inarrestabile. Il volto di Giorgio, dai lineamenti gentili, è modellato da un disegno che non ha niente di eccessivo e superfluo: lo sguardo, pacato e sereno, esprime forza spirituale e tranquilla certezza. La corazza, abilmente decorata, gli alti stivali aderenti sulle gambe nude (è ritratta, ovviamente solo la gamba destra), con il piede appena appoggiato sulla staffa, a dimostrare l'abilità di San Giorgio che sta in sella con la sicurezza di un esperto cavallerizzo, accentuano la leggerezza e sicurezza dei movimenti del guerriero. Ritta fuori dalla porta del palazzo la principessa, ultima delle fanciulle da sacrificare per soddisfare il drago, vestita con un manto regale foderato di ermellino e con la testa incoronata, regge un laccio bianco legato intorno al collo del drago. Sullo sfondo , dolci colline e la città con torri e pinnacoli. L'immagine viene completata dal Cristo benedicente, che compare, alto fra le nuvole, con il Vangelo in mano, mentre un angelo da lui inviato vola a posare una corona sul capo di San Giorgio. La tavola è caratterizzata da tonalità rosse in contrasto con il bianco del cavallo, le tonalità azzurro-verdi del lago, l'ocra delle rocce, il marrone-viola del drago corazzato, alato e munito di artigli. In cornice, stilizzati, i due fratelli, Lauro e Floro, santi martiri molto amati dai Russi. Si percepisce dietro quest'icona l'eredità dei ritratti degli imperatori romani in trionfo, rielaborata dagli artisti bizantini e trasmessa alla pittura russa antica.
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Fondazione Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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