Ritratto di Giuseppe Bottinelli

dipinto post 1841 - ante 1841

Giuseppe Bottinelli è ritratto di tre quarti verso sinistra ed a mezzo busto; è elegantemente vestito secondo la moda del tempo e porta un orecchino ad anello all'orecchio sinistro; lo sguardo è sereno e la bocca accenna un sorriso.

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA OLIO SU TELA
  • ATTRIBUZIONI Trécourt Luigi (1808/ 1890)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Fondazione Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi. Raccolte d'arte della Fondazione Biblioteca Morcelli Pinacoteca Repossi
  • LOCALIZZAZIONE Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi
  • INDIRIZZO Via Bernardino Varisco, 9, Chiari (BS)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il giovane Giuseppe Bottinelli, figlio di Domenico, capomastro che in quegli anni, sotto le direttive dell'architetto milanese Giacomo Moraglia, stava compiendo i lavori di restauro nella parrocchiale di Chiari, dovette entrare in amicizia con Luigi Trécourt proprio nel cantiere della parrocchiale per la quale, nel 1840, aveva realizzato i quattro pennacchi della cupola ad affresco e nel biennio 1841-1842 avrebbe compiuto le due lunette con storie della vita dei santi Faustino e Giovita. Non a caso sul retro della tela si trova ancora oggi un cartiglio che, oltre a identificare il nome dell'autore e quello del ritrattato, allora ventitreenne, dice anche il motivo del dono: "in segno di stima e gratitudine". Questo sentimento traspare anche dal dipinto che raffigura il Bottinelli a mezzo busto ma che allontana il ritratto dalla fissità ufficiale affidando ai connotati del viso quel senso di mobilità introspettiva che spesso manca alla ritrattistica del periodo. In questo senso il ritratto di Giuseppe Bottinelli si avvicina alle prove analoghe compiute da Giacomo Trécourt, fratello di Luigi e di lui più famoso, come il Ritratto dell'arcivescovo Carlo Romilli della Quadreria dell'Arcivescovado di Milano dove l'ufficialità della raffigurazione è sciolta in un più domestico sentimento di confidenziale colloquio. La fresca resa dei particolari fisionomici in funzione di introspezione psicologica avvicina questo piccolo dipinto anche all'opera (di maggior vaglia e profondità) di Giovanni Carnovali detto il Piccio, lui pure allievo dell'accademia bergamasca e discepolo di Giuseppe Diotti.
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Fondazione Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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