Santo taumaturgo

dipinto, post 1490 - 1499

Il Santo si trova nella parte destra del dipinto ed è rivolto verso sinistra; con la mano desra afferra la mano di una persona che non si vede; con il braccio sinistra sostiene un bastone.

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA affresco staccato riportato su tela
  • AMBITO CULTURALE Ambito Lombardo
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Fondazione Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi. Raccolte d'arte della Fondazione Biblioteca Morcelli Pinacoteca Repossi
  • LOCALIZZAZIONE Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi
  • INDIRIZZO Via Bernardino Varisco, 9, Chiari (BS)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il recente restauro ha messo in luce gli estesissimi guasti che interessano la superficie pittorica dell'affresco, strappato nel 1910 per motivi di conservazione dalla chiesa dei Santi Gervasio e Protasio dal bergamasco Giuseppe Riva che, insieme a questo frammento riportò su tela anche altri due affreschi oggi in Pinacoteca Repossi, inventariati con i numeri D00024 e D00025. Le estese lacune non permettono una esatta identificazione del soggetto, interpretato da Terraroli (1991, p. 24) come un santo vescovo taumaturgo, individuato poi, dubitativamente, con san Bonaventura. Tuttavia il personaggio in questione non si fregia dei tradizionali attributi episcopali, la mitra, innanzi tutto, mentre lascia qualche dubbio la possibilità di identificare il bastone recato dal santo - più vicino a un bordone da pellegrino - con un pastorale, causa una grossa lacuna nella zona che doveva presentare il ricciolo. Da un punto di vista stilistico l'artista si presenta capace di talune raffinatezze che purtroppo sono ormai poco rilevabili nei soli luoghi dove la pellicola pittorica ha mantenuto una certa consistenza. L'insistenza sul contorno e sul disegno molto definito ha forse indotto Terraroli a far collocare l'artista in un momento cronologico troppo arretrato; in effetti tale insistenza si ritrova anche assai avanti nel corso del XVI secolo in ambito bresciano, specie nel circuito di Paolo da Caylina il giovane, e segna un tratto di arcaicità che deriva alla pittura bresciana, specie ad affresco, dal magistero di Pietro da Cemmo e degli artisti operanti nel bresciano nella seconda metà del XV secolo. Pare quindi plausibile collocare questo frammento, insieme a quello raffigurante San Bernardino da Siena (D00024) in un ambito prossimo a quello di Paolo da Caylina il giovane, avanzando di alcuni decenni il termine cronologico di esecuzione dei due dipinti.
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Fondazione Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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