Crocifissione di Cristo con la Madonna e san Giovanni Evangelista
dipinto,
post 1910 - ante 1910
Riva Giuseppe (attr.)
1861/ 1948
Al centro si trova Cristo in croce pianto, rispettivamente a sinistra e a destra, dalla Madonna e da san Giovanni; alle spalle, oltre una catena montuosa, si vede una balaustra rossastra.
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO dipinto
-
MATERIA E TECNICA
affresco staccato riportato su tela
-
ATTRIBUZIONI
Riva Giuseppe (attr.)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Fondazione Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi. Raccolte d'arte della Fondazione Biblioteca Morcelli Pinacoteca Repossi
- LOCALIZZAZIONE Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi
- INDIRIZZO Via Bernardino Varisco, 9, Chiari (BS)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il recente restauro del dipinto ha messo in evidenza che l'opera, sebbene riporti la data 9 luglio 1457, è un prodotto dell'inizio del XX secolo, imitante un manufatto della metà del Quattrocento. Al di sotto delle crepe e delle ridipinture, infatti, non si sono trovate lacune, bensì parti di dipinto perfettamente conservate e ricoperte così da far credere che si trattasse di un'opera antica. Le analisi compiute durante il restauro, infine, hanno dimostrato che anche i pigmenti usati sono di recente produzione. Secondo quanto affermato sia da Rivetti che da Lancini, l'affresco sarebbe giunto in Pinacoteca dalla chiesa clarense dei Santi Gervasio e Protasio (Terraroli, al contrario, parla della chiesa di San Giovanni) in seguito allo strappo eseguito nel 1910 ad opera del bergamasco Giuseppe Riva. Lancini, inoltre, riteneva che questo fosse il pezzo meglio conservato e con "le note peculiari dell'epoca". Davanti a queste affermazioni si può procedere solamente per via ipotetica. Escludendo la volontaria mistificazione da parte del Riva ai danni della Pinacoteca clarense, pare più plausibile pensare che il pittore - assai stimato da don Rivetti ma responsabile di diversi danni al patrimonio artistico clarense a causa dei metodi non sempre ortodossi con i quali intervenne nei suoi restauri nel corso dei primi vent'anni del Novecento - non sia riuscito a compiere un buono strappo dell'affresco quattrocentesco e ne abbia realizzato uno identico fingendo di procedere al restauro dell'originale. Questo motiverebbe anche le finte lacune e i ritocchi in evidenza che dovevano dare all'opera moderna maggiore credibilità. Seppure moderna l'opera conserva, comunque, i tratti caratteristici di quello che dovette essere l'originale, con tutti i caratteri tipici della pittura locale di metà Quattrocento, non ancora affrancata dai caratteri tardogotici ben visibili nella resa spigolosa dei panneggi delle figure e nel farsi affilato delle fisionomie che - si dice questo in via ipotetica non potendo più disporre dell'originale - avvicina l'opera alla produzione influenzata dalla maniera dei Bembo, assai documentata anche in ambito bresciano verso la metà del XV secolo.
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- ENTE SCHEDATORE R03/ Fondazione Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0