Pentecoste
gruppo scultoreo,
sec. XVII secondo quarto
Silva, Francesco (1568-1641)
1568-1641
La tredicesima cappella del Sacro Monte di Varese è dedicata alla Discesa dello Spirito Santo, ospita quindici statue in terracotta dipinte, realizzate da Francesco Silva quasi certamente in collaborazione con la bottega, considerata la minor scioltezza compositiva. La scena è divisa in due: la dimensione terrena, in cui gli apostoli e la Vergine Maria su panche di legno ricevono lo Spirito Santo, e quella ultraterrena, in cui si manifesta in Cristo in una raggiera dorata, attorniato da angeli. Dietro alla Madonna in piedi si scorgono le Beate Romite Caterina e Giuliana. Come nella cappella precedente, il corpo di Cristo colpisce per la realistica indagine anatomica.
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO gruppo scultoreo
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MATERIA E TECNICA
terracotta/ pittura
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ATTRIBUZIONI
Silva, Francesco (1568-1641)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE
- LOCALIZZAZIONE Sacro Monte di Varese - complesso
- INDIRIZZO Via del Santuario, Varese (VA)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Nel 1623 la tredicesima cappella, dedicata alla Discesa dello Spirito Santo, risulta ultimata per quanto riguarda le opere murarie, progettate e dirette dall'architetto Giuseppe Bernascone. Non si hanno invece notizie dirette circa l'esecuzione e la messa in opera delle sculture, tradizionalmente attribuite a Francesco Silva, sulla base del rinvenimento di una targa frammentaria rinvenuta sulla schiena dell'apostolo vestito di bianco, al centro della panca di fronte alla finestra a nord. È andato perduto il particolare con la data di esecuzione. Se si escludono le statue della prima cappella raffiguranti la Madonna e l'Arcangelo Gabriele, le più piccole dell'intero Sacro Monte, quelle della tredicesima cappella risultano comunque di dimensioni inferiori rispetto a tutte le altre. Non solo, l'impasto materico non è omogeno, e in alcune parti la cottura risulta malriuscita. Le numerose discrepanze con le altre opere certe di Silva hanno indotto la critica a considerare un'ampia collaborazione della sua bottega. Tra il 1681 e il 1684 è documentato un intervento alla lanterna cieca, progettata ma non ancora realizzata a quell'epoca. Gli affreschi figurativi sono opera di Federico Bianchi da Masnago, mentre le parti di architettura dipinta sono dei fratelli Giovan Battista e Gerolamo Grandi di Varese. Sullo scudo di Davide è stata apposta la data 1647 ma è da ritenersi apocrifa. Gli affreschi furono in parte ridipinti da Poloni nel 1922 e restaurati nel 1990, quando si provvide anche ad illuminare la cappella con un sistema azionabile dall'esterno. Nel 2003 l'intero Sacro Monte di Varese è stato riconosciuto dall'Unesco Patrimonio Mondiale dell'Umanità, insieme ai complessi piemontesi di Belmonte, Crea, Domodossola, Ghiffa, Oropa, Orta, Varallo, e a quello lombardo di Ossuccio.
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- ENTE SCHEDATORE R03/ Istituto per la Storia dell'Arte Lombarda
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0