Incoronazione di spine

gruppo scultoreo, post 1625 -

Dieci statue in terracotta, a grandezza naturale, dipinte a freddo, posizionate all'interno della ottava cappella del Sacro Monte di Varese, raffiguranti l'Incoronazione di spine. Le sculture, plasmate da Francesco Silva, furono collocate verso il 1625 circa. La composizione scenica ha come perno centrale la figura di Cristo, il cui corpo tonico e guizzante sopporta i soprusi degli aguzzini che lo attorniano sbeffeggiandolo. Sulla base dello scranno di Cristo è leggibile la firma di Silva, mentre della data si percepiscono solo le prime due cifre.

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO gruppo scultoreo
  • MATERIA E TECNICA terracotta/ pittura
  • ATTRIBUZIONI Silva, Francesco (1568-1641)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE
  • LOCALIZZAZIONE Sacro Monte di Varese - complesso
  • INDIRIZZO Via del Santuario, Varese (VA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'ottava cappella, dedicata al terzo mistero doloroso, l'incoronazione di spine, fu progettata e messa in opera dall'architetto Giuseppe Bernascone, il Mancino, così come tutte le altre che si affacciano lungo la via sacra varesina. L'edificio risulta ultimato entro il 1623, quindi non rientra tra i primi edificati all'interno del complesso, e a quella data risulta ancora privo delle statue e della decorazione ad affresco. A questo proposito una targa sulla parete riporta la data 1648 e la firma dei fratelli Giovanni Battista e Giovanni Paolo Recchi per quanto concerne la campagna pittorica. Sulla parete di sinistra, in prossimità dell'ingresso, un'iscrizione datata 1701 attesta l'intervento di Agostino Silva (1628-1706) in qualità di restauratore delle statue plasmate dal padre Francesco. Si legge infatti a chiari caratteri "Agostino Silva di Morbio Inferiore / figlio di Francesco Silva statuario insigne il quale ha / fatto dieci cappelle di questo Sacro Monte, et dal / sud.to figlio sono state ricomodate, l'anno 1701 nel mese di maggio". Non è un caso che un figlio intervenisse a restaurare le sculture del padre, poiché le statue in terracotta, si rovinavano con una certa facilità, soprattutto se collocate all'interno di edifici umidi o particolarmente esposti alle intemperie. Anche nel caso di un altro artista attivo presso diversi Sacri Monti lombardi e piemontesi, lo scultore milanese Dionigi Bussola (1612-1687), sappiamo dei lavori documentati dei figli Cesare e Ottavio sulle terrecotte eseguite dal padre nelle cappelle di Domodossola. In occasione del restauro che ha interessato l'edificio nel 1986, è stato installato un impianto di illuminazione a tempo, azionabile dall'esterno. Nel 2003 l'intero Sacro Monte di Varese è stato riconosciuto dall'Unesco Patrimonio Mondiale dell'Umanità, insieme ai complessi piemontesi di Belmonte, Crea, Domodossola, Ghiffa, Oropa, Orta, Varallo, e a quello lombardo di Ossuccio.
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Istituto per la Storia dell'Arte Lombarda
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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