Visitazione
gruppo scultoreo,
post 1610 -
Silva, Francesco (1568-1641)
1568-1641
All'interno della seconda cappella, dedicata alla Visitazione, si trovano dodici statue in terracotta dipinte a freddo, a grandezza naturale, eseguite da Francesco Silva presumibilmente entro il 1610 circa, visibili attraverso tre grate. Il fulcro centrale della scena è l'incontro tra Maria ed Elisabetta, ma si possono ammirare altri personaggi, dal musicista cieco seduto, che spicca per la freschezza compositiva, l'anziano Zaccaria, Giuseppe, un asinello e un cane festante.
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO gruppo scultoreo
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MATERIA E TECNICA
terracotta/ pittura
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ATTRIBUZIONI
Silva, Francesco (1568-1641)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE
- LOCALIZZAZIONE Sacro Monte di Varese - complesso
- INDIRIZZO Via del Santuario, Varese (VA)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'erezione della seconda cappella del Sacro Monte di Varese, dedicata al secondo mistero gaudioso, la Visitazione, si fa risalire al 1605, anno in cui è documentata una convenzione, datata 19 luglio, per le pietre lavorate all'interno del cantiere. Il 16 giugno 1607 viene stipulata un'altra convenzione per le cinque piramidi della copertura esterna, con lo scalpellino Francesco Giudici di Saltrio, il che lascia supporre che a quell'epoca la parte architettonica fosse ultimata. Come nel caso della prima cappella, si tratta dunque dei primi edifici ultimati per volontà di padre Aguggiari, il vero protagonista della messa in opera del Sacro Monte di Varese, per il cui progetto si era avvalso dell'architetto Giuseppe Bernascone, detto "il Mancino. Non si hanno notizie relativamente alla messa in opera delle statue, eseguite dallo scultore più produttivo presso il Sacro Monte varesino, il ticinese Francesco Silva, mentre gli affreschi sono firmati dal comasco Paolo Ghianda e datati 1624., come riporta la targa in cui si legge: "GIO. PAULO GIANDA - PITORE DI COMO - F. 1624". Durante i lavori di restauro del 1987 sono stati rinvenuti all'interno della cappella numerosi frammenti di statue distrutte quando erano ancora allo stato grezzo, prive della dipintura. Nello stesso anno l'edificio è stato dotato di un impianto elettrico di illuminazione a tempo. Nel 2003 l'intero Sacro Monte di Varese è stato riconosciuto dall'Unesco Patrimonio Mondiale dell'Umanità, insieme ai complessi piemontesi di Belmonte, Crea, Domodossola, Ghiffa, Oropa, Orta, Varallo, e a quello lombardo di Ossuccio.
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- ENTE SCHEDATORE R03/ Istituto per la Storia dell'Arte Lombarda
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0