Arti liberali

dipinto, post 1663 -

Scandite da puntuali riquadrature architettoniche arricchite da eleganti motivi decorativi floreali, sulle pareti si fronteggiano su entrambi i lati della stanza, finestroni reali con finte finestre dipinte, da aprirsi su una ipotetica corte rustica. Gli intercolumni tra entrambe le tipologie di finestre, sono occupati da figure a monocromo dorato che rappresentano le Arti liberali e (dirimpetto) i personaggi che hanno eccelso in tali discipline: la Grammatica/Aristarco; la Retorica/Cicerone; la Logica/Zenone di Elea; la Poesia/Omero; la Pittura/Zeusi; la Musica/Arione; l'Aritmetica/Pitagora. Sopra la porta collocata sulla parete occidentale troneggia la figura a mezzobusto di Aristotele, intellettuale per definizione, affiancata dalla figura dello Studio, rappresentato con i tratti del giovane Giulio II Arese. Sul lato opposto, la porta a oriente è sormontata dal busto di Gaio Giulio Cesare, affiancato dall'Allegoria dell'Ingegno. I cassettoni del soffitto sono dipinti con, al centro, una serie di putti che recano gli emblemi delle arti e delle scienze e, agli angoli, gli stemmi familiari dei proprietari del palazzo.

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • ATTRIBUZIONI Busca, Antonio; Doneda, Giovanni Stefano; Doneda, Giuseppe; Ghisolfi, Giovanni (1625-1686; 1612-1690; 1609-1680 Ca.; 1623-1683)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Arese Borromeo - complesso
  • INDIRIZZO Piazza Vittorio Veneto, Cesano Maderno (MB)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'ala meridionale del piano nobile del palazzo era in origine dedicata ad un vasto programma di sapienza sacra e profana, collegato all'originale funzione delle stanze come residenza e luogo di educazione del giovane conte Giulio II Arese. L'asse portante di tutti gli ambienti è costituito dalla Galleria delle statue, in cui evidenti appaiono le valenze culturali espresse nel ricco apparato di affreschi parietali della sala, che un tempo doveva essere popolata anche da molte statue (da cui la denominazione), di cui gli inventari settecenteschi ci restituiscono solo elenchi generici, ma che dovevano comprendere sculture di piccole e grandi dimensioni, probabilmente sia di epoca antica che moderna. Rispetto alla zona del Ninfeo e al quartiere di stanze dedicate alla scienza naturale e all'astronomia, dove la tipologia di sapere cui tendevano gli Arese era una sorta di conoscenza dei segreti del cosmo e delle forze della Natura, in questa sala prevale il sapere scolastico e la razionalità data dall'applicazione di nome didattiche e non misteriche: secondo quando dipinto sulle pareti lo studio e la metodologia aristotelica condurranno il giovane allievo Arese ad impadronirsi di tutte le scienze e le arti, seguendo l'esempio dei grandi filosofi e studiosi del passato, ma sviluppando anche la capacità di coniugare la propria intelligenza innata con le abilità operative di cui era dotato l'imperatore Cesare. La fonte primaria delle decorazioni raffiguranti i campi del sapere umano è l'"Iconologia" del perugino Cesare Ripa (1555/60-1622), stampata per la prima volta a Roma nel 1593. Il testo, fra i più noti nel Seicento, forniva ai suoi lettori un utile repertorio di immagini simboliche descrivendo, in ordine alfabetico, le personificazioni di concetti astratti (virtù, vizi, affetti e passioni umane) contraddistinte da precisi attributi e colori simbolici. Un'iscrizione dipinta sulla porta d'accesso che conduce allo Scalone meridionale reca la data 1663, da intendersi come l'anno di inizio dei lavori di decorazione della sala, in onore degli studi intrapresi dal giovane conte. La sua morte improvvisa nel 1665, fece tuttavia apportare una serie di modifiche nelle ultime due campate della sala e, in particolar modo, sulla volta, dove i putti lasciano cadere le Ali simbolo della famiglia Arese e gli stemmi loro collegati vengono sostituiti con quelli dei Borromeo, nuovi eredi di Bartolomeo III Arese. Per quanto riguarda l'autografia di tale complessa struttura dipinta, la critica ha tratto dagli inventari settecenteschi il riferimento a differenti mani, poi identificate in quelle del pittore Antonio Busca, probabile autore delle decorazioni sulla volta; dei fratelli Giovanni Stefano e Giuseppe Doneda, detti i Montalto, per la realizzazione delle figure allegoriche; dell'artista Giovanni Ghisolfi, per la quadratura architettonica di fondo.
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Istituto per la Storia dell'Arte Lombarda
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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