Santo evangelista

scultura, post||ca. 1400||1830 - ante||ante 1425||1839
Raverti, Matteo (bottega)
notizie sec. XV

La statuette rappresenta una figura maschile paludata che regge nella mano sinistra un libro aperto e nella destra una penna. Il santo è vestito con una lunga tunica accollata con un manto che gli copre la spalla destra e la veste dal busto in giù. Il panneggio è costituito da pieghe morbide e che ricadono a terra e alle estremità si muove in ampie spirali. Il viso del santo è genericamente caratterizzato fisiognomicamente, con segni di espressione che danno anche l'idea di un volto intento nella riflessione. I capelli sono acconciati per incorniciare il viso senza particolare tensione naturalistica, in contrasto con i dettagli del volto. Sul retro, pur essendo già definita la soluzione formale, la superficie presenta i segni della punta usata per l'abbozzatura. Al centro del busto è inserito, in un piccolo alloggiamento, saldato al marmo con piombo, il gancio d'ancoraggio in ferro, a sezione quadrata, al quale manca l'anello terminale

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO scultura
  • MATERIA E TECNICA marmo scultura
  • ATTRIBUZIONI Raverti, Matteo (bottega)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Veneranda Fabbrica del Duomo
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale - complesso
  • INDIRIZZO Piazzetta Reale, Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'alta qualità che si riscontra nella figura di giovane Evangelista, ha spinto la critica ad avvicinare la mano di questo anonimo maestro ai nomi di Jacopino e Matteo Raverti. In questa sede si è preferito il nome del secondo per particolarità morfologiche e peculiarità fisiognomiche accostandolo alle poche opere concordemente affidate allo scultore: il S. Babila del Museo del Duomo, il Gigante armato (n. 51 Nebbia) e nel veneziano figlio di Noè nell'Ebrezza del patriarca. Lasciamo così in disparte il nome di Jacopino, non più accolto dai recenti studi, come riferimento per questa statua, e che ci sembra inoltre distante dagli esiti presentati nell'Evangelista. Il panneggio ampio, dalle pieghe morbide, ma soprattutto l'intensità espressiva e naturalistica del volto avvicinano la statua alla produzione di matrice ravertiana, dettaglio riconosciuto dagli studi dedicati a Matteo, che accomunano le realizzazione del Raverti con espressioni di "pensosa tristezza" (M. Cionini Visani, Proposta per Matteo Raverti, in "Arte veneta", XVI, 1962, pp. 31-41). La familiarità dell'Evangelista con la produzione del Raverti, non arriva tuttavia a chiamare in causa l'artista in persona, a cui non è documentata la realizzazione di alcun Evangelista per il Duomo, poco importa quindi che, per la giovane età del santo rappresentato potrebbe trattarsi di s. Giovanni, vista la difficoltà di rintracciare l'identità delle statue affidate ai singoli scultori in questo fase di decorazione della cattedrale. Sappiamo tuttavia che, suo malgrado, Raverti fu nominato primo scalpellino, e che sotto di lui si apriva la schiera delle maestranze del Duomo, una delle quali, sotto la sua guida, o in base ai disegni che transitavano nella sua bottega (si ricorda la consuetudine del Raverti con i disegni di Paolino da Montorfano) potrebbe aver dato forma alla nostra statuetta, forse nel primo decennio del Quattrocento.
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 302035493
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Veneranda Fabbrica del Duomo
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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