Pianta della chiesa superiore e inferiore dei SS. Luca e Martina a Roma

disegno, 1678 - 1690

disegno in scala che conserva tracce della preliminare costruzione a grafite; è eseguito a inchiostro bruno a penna, principalmente con tiralinee e compasso; campiture di acquerello beige nello spessore delle murature e in corrispondenza della pianta della cripta; il supporto sul quale è tracciato è di carta avorio

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO disegno
  • MATERIA E TECNICA carta/ grafite/ inchiostro a penna/ inchiostro a pennello/ acquerello
  • ATTRIBUZIONI Martinelli, Domenico ((?))
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche del Castello Sforzesco
  • LOCALIZZAZIONE Castello Sforzesco - complesso
  • INDIRIZZO Piazza Castello, Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nell'"Indice" del tomo nel quale era rilegato il disegno viene definito: "D.a per accrescimento di chiesa". Il disegno si riferisce alla chiesa dei SS. Luca e Martina a Roma, progettata da Pietro da Cortona e costruita a partire dal 1635. Ubicata presso l'arco di Settimio Severo, la chiesa di S. Martina era stata donata da Sisto V nel 1588 all'Accademia di S. Luca i cui membri da quel momento iniziarono a riunirsi in due stanze adiacenti il prospetto del piccolo edificio ad aula (cfr. Milano, Collezione Sardini Martinelli inv. 1,27a). Ben presto si manifestò la necessità di ricostruire l'edificio religioso, come testimoniano alcuni disegni di Ottaviano Mascherino. Accantonata per alcuni anni, l'idea viene ripresa, secondo Karl Noehles (1970), tra il 1623 e il 1634, quando Pietro da Cortona elabora, di propria iniziativa, un progetto di chiesa a pianta centrale. Nel luglio 1634 Pietro ottiene dall'Accademia l'autorizzazione a sistemare "a suo gusto" la cappella sotterranea. Durante gli scavi si rinvengono i corpi dei martiri Martina, Epifanio e Concordio, da questo momento il cardinale protettore Francesco Barberini e papa Urbano VIII decidono di elargire fondi per la ricostruzione della chiesa, il cui nuovo progetto dovette essere elaborato tra la fine del 1634 e l'inizio del 1635. A breve vennero edificati l'abside e l'altare maggiore, mentre sono documentati lavori nella cripta negli anni Quaranta. Nel 1648 con il ritorno a Roma del cardinale Francesco Barberini (fuggito in Francia nel gennaio 1646), e nella speranza di nuovi contributi economici per completare la chiesa, Pietro da Cortona elabora un piano di ristrutturazione dell'area complessiva della chiesa superiore, riprendendo l'idea di sviluppare liberamente l'edificio su almeno tre lati. I progetti di tale ristrutturazione sono tramandati in due piante conservate in Milano, Collezione Sardini Martinelli, questo e inv. 1,9. La pianta del presente disegno mostra i due livelli sovrapposti della chiesa superiore e inferiore, nelle reciproche relazioni: si può notare come l'ottagono centrale sia riproposto in dimensioni ridotte anche nella chiesa inferiore. Gli ambienti minori adiacenti al braccio del presbiterio sono pensati come cappelle simmetriche di cui quella di destra, dedicata a S. Lazzaro costruita, prima del 1651, mentre quella di sinistra non fu mai realizzata secondo questo progetto. La disposizione degli ambienti al piano inferiore risulta complessa: le due scale che partono dai piccoli ambienti antistanti le cappelle e sboccano nella chiesa inferiore si sviluppano su di un asse rettilineo, con pianerottolo intermedio con parete a nicchia. Le rampe giungono al piano inferiore in corrispondenza di un lungo corridoio, il cui asse corrisponde all'asse trasversale della chiesa superiore. In corrispondenza degli sbocchi delle rampe sono inserite, sul lato opposto del corridoio, delle nicchie rettangolari con colonne incassate negli angoli. Il vestibolo della "confessio" e della vecchia cappelletta di S. Martina, assume la forma di vano ottagonale con pilastri tagliati in diagonale e delimitati da colonne incastrate negli angoli (Noehles 1970, pp. 106-107). Inoltre va evidenziato come in sostituzione delle campate esterne allineate alla zona centrale della facciata (così come appaiono nella pianta di Domenico Castelli conservata nella Biblioteca Vaticana, in Noehles 1970, p. 120 fig. 84b) si hanno qui due tratti di parete sempre delimitati da lesene che, inclinandosi di 45°, collegano la zona centrale ai fianchi dell'edificio (anche in Milano, Collezione Sardini Martinelli inv. 1,9). Tutti i disegni della Collezione Sardini Martinelli sono stati ritenuti da Noehles copie di originali di Pietro da Cortona, che Domenico Martinelli avrebbe eseguito all'Accademia di S. Luca verso la fine del Seicento (durante il soggiorno romano del 1678-1690). Tale attribuzione è stata messa in dubbio da Lorenz (1991 p. 320). A suo avviso sono poche le corrispondenze con la tecnica disegnativa di altri sicuri disegni di Martinelli, per confermargli questi elaborati, quindi non ritiene di condividere in tutti i casi le opinioni di Noehles (1970, nota 115), secondo cui tutti i disegni di questo tomo correlati a Cortona, sono da vedere come disegni di Martinelli.
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 302025816
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Gabinetto dei Disegni
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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