cassettone - bottega lombarda (terzo quarto sec. XVIII)

cassettone, ca. 1750 - ca. 1775

Cassettone a ribalta dalla struttura fortemente mossa e interamente impiallacciata in radica di noce abbellita con cornicette in legno tinto nero disposte a contornarne le superfici.

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO cassettone
  • MATERIA E TECNICA legno/ tintura
    legno/ impiallacciatura in radica di noce
    ferro
  • AMBITO CULTURALE Bottega Lombarda
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Raccolte Artistiche del Castello Sforzesco
  • LOCALIZZAZIONE Castello Sforzesco - complesso
  • INDIRIZZO Piazza Castello, Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Anche questo cassettone a ribalta, che reca all'interno il marchio a fuoco "T B", fu eseguito, come l'esemplare precedente, da anonimi artigiani lombardi attivi durante il terzo quarto del XVIII secolo. Come è stato più volte sottolineato, lo stile della mobilia milanese intorno alla metà del Settecento si caratterizza per una struttura fortemente mossa e interamente impiallacciata in radica di noce abbellita con cornicette in legno tinto nero disposte a contornarne le superfici secondo un disegno che, il più delle volte, non teneva conto della ripartizione dei cassetti. Tale uso tipicamente lombardo di decorare, o meglio, "listrare a lutto" i mobili, potrebbe avere come fonte d'ispirazione, oltre che alcune opere d'ebanisteria tedesche e austriachc, la struttura degli altari realizzati durante i piimi decenni del Settecento in numerose chiese della Lombardia in seguito ad un'ondata di rinnovamento degli antichi apparati liturgici legata alla necessità di sostituire le preesistenti strutture lignee con più complesse e durature architetture in marmi policromi e bronzi dorati e di uniformare le cappelle alle norme contenute nel trattato di San Carlo Borromeo Instructiones fabricae et suppellectilis ecclesiasticae. Si potrebbero citare, a questo proposito, i numerosi altari presenti nelle chiese, oltre che di Milano, anche di altre città lombarde, ad esempio Brescia, Bergamo e Cremona. Ma è soprattutto nella tipologia degli altari ideati dai lantani (in cui da una rigida architettura con impianto fortemente prospettico si passa a forme più movimentate e cromaticamente più ricche grazie agli intarsi di marmi variegati che assecondano i morbidi rigonfiamenti e le concavità delle superfici) che si assiste ad un evidente adeguamento dello stile lombardo alle coeve interpretazioni del barocco romano. In questa direzione di gusto l'altare di Sant'Andrea Avellino in San Giacomo Maggiore a Crema, eseguito dalla bottega dei Fantoni tra il 1712 e il 1714, con la struttura mossa e impreziosita da cornici di marmo nero a forma di volute, può costituire un sicuro precedente per le future generazioni di ebanisti che tra il 1755 (data apposta dal "Canonico Bianco in Apiano Diocesi di Milano" in uno dei cassetti segreti di una scrivania con ribalta) e il 17(53 (anno in cui i fratelli De Valentini terminavano un monumentale mobile a due corpi) cercavano di rinnovare gli ormai consunti modelli tardoseicenteschi degli arredi lombardi.
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 301976238
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Raccolte Artistiche del Castello Sforzesco
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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