Treccine bionde. busto femminile
busto,
1937 - 1937
Bortolotti Timo (1884/ 1954)
1884/ 1954
Busto di bambina raffigurata con gli occhi spalancati, quasi indicante la 'sorpresa' a stento trattenuta. Si nota una intima ricerca psicologica nella resa dell'espressione del volto.
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO busto
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MATERIA E TECNICA
terracotta/ modellatura
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ATTRIBUZIONI
Bortolotti Timo (1884/ 1954)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Villa Necchi Campiglio
- LOCALIZZAZIONE Villa Necchi Campiglio
- INDIRIZZO Via Mozart 12-14, Milano (MI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Opera donata al FAI dai fratelli Rinaldini, in memoria della madre Milly Bortolotti Rinaldini raffigurata da bambina nella scultura. (Fratelli Piccini - Rinaldini: Giovanni Daniele Piccini, residente Aire-Usa. San Francisco, domiciliato a Roma in via Italo Panattoni, 145; Chiara Rinaldini, via della Camilluccia 199, Roma; Silvia Rinaldini, via Manfredi Azzarita 211, Roma; Luca Rinaldini, via Giovanni Bettolo 43, Roma; Antonio Rinaldini, via Ludovico Muratori 19, Roma; Alessio Rinaldini, via Italo Panattoni 145, Roma). La terracotta 'Treccine bionde' significò per lo scultore il Grand Prix all'Expo di Parigi del 1937. Bortolotti Timo: Darfo-BS, 1884; Milano, 1954. Scultore e pittore. Allievo di Cesare Tallone e Leonardo Bistolfi dell'Accademia di Brera a Milano. Inizialmente incline al gusto liberty, dopo la prima guerra mondiale esegue opere di grande mole come il "Monumento-Ossario" al Passo del Tonale (1923) e la statua del "Redentore" a Bienno. Trasferitosi a Milano, nel proprio studio con Achille Funi e Piero Marussig, nel 1930 fonda una libera scuola d'arte aperta a tutti. Autore di acuti e delicati ritratti, di eleganti nudini in terracotta e piccole opere di genere alcune delle quali conservate nella Galleria d'Arte Moderna di Milano, nella Galleria Comunale d'Arte Moderna di Roma ("Contadinello", "Bimbo malato"), nel Museo Provinciale di Trento (busto di "Fabio Filzi"), nella Galleria degli Uffizi a Firenze ("Autoritratto", "ArturoTosi") e nei Musei di Brescia ("Ragazza lombarda"). Espone con regolarità alle mostre Sindacali milanesi e viene premiato a Padova nel 1930. Nello stesso anno è presente alla Biennale di Venezia ("Arturo Tosi", ritratto in bronzo), ma alle Biennali veneziane espone anche nel 1934 ("Aglae Sironi", ritratto in terracotta), nel 1936 ("Riflessi", bronzo; "Pietà", marmo), nel 1940 ("Paolucci de Calboli", cera) e nel 1942 ("Vittoria tra i vinti", gesso). Nel 1934 e 1935 vince il Premio Savoia-Brabante e nel 1936 viene premiato anche a Budapest. All'Esposizione Internazionale di Parigi del 1937 ottiene, oltre al Gran Prix per la scultura a pari merito con Marino Marini, Arturo Martini, Arturo Dazzi e Romano Romanelli, anche l'apprezzamento diretto di Aristide Maillol. Tra le numerose altre esposizioni alle quali partecipa si ricorda la Quadriennale romana del 1935 dove presenta "Prima pesca" e "Contadinello", la Prima Mostra degli Artisti Mutilati di Guerra del 1937 a Milano e l'esposizione dedicata allo sport del Premio San Remo del 1938 ("Gara di nuoto-Via!"). Nel 1996 il Comune di Montevarchi organizza una grande retrospettiva sull'artista all'Auditorium Comunale con prefazione al catalogo di Claudia Gianferrari, nipote dello scultore. Nel 1999, la figlia dell'artista Donatella Bortolotti Rezzoli e il marito Gianni Alessandro Rezzoli depositano presso il Comune di Montevarchi 108 sculture del maestro tra marmi, bronzi, terrecotte e gessi, 177 disegni e tutto l'archivio cartaceo riguardante l'artista, destinando il tutto alla Collezione Permanente del costituendo Centro di Documentazione per la Scultura Italiana degli ultimi due secoli nei locali del Cassero.
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- ENTE SCHEDATORE R03/ FAI - Fondo Ambiente Italiano
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0