L'amante morta. figura femminile

scultura, 1921 - 1921

L¿opera a tutto tondo in gesso policromo rappresenta una donna seduta in ginocchio su un cuscino tiene in mano uno specchio, in grembo un libro aperto e rivolge il volto attonito verso l'alto, lasciando la bocca semi aperta.

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO scultura
  • MATERIA E TECNICA gesso/ pittura
  • ATTRIBUZIONI Martini, Arturo (1889-1947)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Villa Necchi Campiglio. Collezione Claudia Gian Ferrari
  • LOCALIZZAZIONE Villa Necchi Campiglio
  • INDIRIZZO Via Mozart 12-14, Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE ¿L¿amante morta¿ è la più nota tra le opere lasciate da Claudia Gian Ferrari al FAI è anche la protagonista di un ritrovamento inaspettato e quasi fortuito: nella cantina dell'erede del collezionista che finanziava Martini all'inizio degli anni Venti con altre dodici opere prima conosciute solo tramite documenti, un ritrovamento che ridusse in ginocchio e commosse fino alle lacrime la storica dell'arte e la gallerista. "L'Amante morta" è infatti una delle opere più significative del primo periodo della sua produzione che Martini trascorse a Vado Ligure, dove era giunto nel '16 e dove aveva trovato l'amore della futura moglie Brigida Pessaro e uno studio-laboratorio gentilmente messogli a disposizione dall¿ingegner Polibio Fusconi, dirigente presso l¿ILVA Refrattari, qui potrà cuocere ceramiche di grandi dimensioni, tra cui l¿opera in oggetto. origine nella tradizione iconografica ottocentesca della "fiducia in Dio", la modalità con cui viene portata avanti è totalmente nuova: essenziale nei tratti e nei volumi come una figura etrusca o quattrocentesca, cromaticamente brillante e intensa, la "fiducia in Dio" si veste e si circonda di oggetti quotidiani, come lo specchio e il libro. Oggetti che sono essi stessi simbolo di una lunga storia iconografica: lo specchio fa vedere le cose passate, il libro ricorda le promesse per il futuro. In questa scultura la donna tiene tra le pagine del libro due quadrifogli essiccati, simboli della vanitas, della morte come fine di tutte le cose. sei esemplari in bronzo realizzati nel 1989 dal gesso originale sulla base del contratto del 1923 con Arnolfo Becchini.
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • ENTE SCHEDATORE R03/ FAI - Fondo Ambiente Italiano
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2011||2012||2019
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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