Adorazione dei Magi. adorazione dei Re Magi

dipinto, ca. 1600 - ca. 1610

Olio su tela con adorazione dei Magi; cornice lignea dorata con decoro a foglie nel bordo interno, a palmette in quello più esterno mentre lo spazio fra le due bordure mostra un delicato motivo a filigrana.

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Negretti, Jacopo Detto Palma Il Giovane (1544-1628)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Villa Necchi Campiglio
  • LOCALIZZAZIONE Villa Necchi Campiglio
  • INDIRIZZO Via Mozart 12-14, Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'Adorazione dei Magi è riferibile alla mano di Palma il Giovane, dopo il suo rientro a Venezia da Roma (1567-1675). A partire dagli anni Ottanta la sua maniera assume caratteri definitivi che contrassegnano senza grandi cambiamenti la sua produzione sino alla morte. Accanto alla produzione ufficiale per la Repubblica, che si colloca a partire dal 1604, il Palma compì una miriade di pale e palette per le chiese di tutte le province veneziane, incalzato da commissioni e successi continui che lo resero la figura emergente dell'arte veneta a cavallo tra il Cinque e Seicento. Come evidenziato nel volume monografico da Stefania Mason Rinaldi "l'opera evidenzia forti affinità compositive e formali con opere certe dell'artista", in particolare "con il ciclo dell'infanzia di Cristo conservato nella chiesa dei Santi Nazaro e Celso di Verona, datato 1601, con cui condivide l'impianto narrativo costruito attraverso le diagonali discendenti, il punto di vista ribassato, l'ambientazione entro un'architettura classicheggiante in rovina, che allude alla fine del paganesimo in coincidenza con la nascita del Salvatore, e le tipologie delle figure. Nella ricercatezza degli accostamenti cromatici e nella raffinatezza di alcuni dettagli Palma sembra aver guardato a Paolo Veronese". L'Adorazione dei Magi è impostata su una linea diagonale che separa nettamente in due parti la composizione in modo tale che uno dei Re, disposto di spalle, funga da quinta teatrale, calibrato sull'altro lato dal bue in primissimo piano, per introdurre la scena, mentre si dispongono su piani che scivolano verso l'orizzonte sconfinato i restanti protagonisti. Fulcro della composizione il Bambino, irradiante di luce e dalla posizione serpentinata, compreso tra il gesto di stupore della Madre, la cui apertura delle braccia contribuisce alla definizione della profondità dello spazio, e il Re Magio inginocchiato. Suggestiva la composizione architettonica che chiude la scatola spaziale col tema della colonna su alto basamento e un fornice ancora intatto che le foglie leggere dell'arbusto ingentiliscono. Tipico di Palma il Giovane è la definizione del turbante del re più giovane e il gesto concitato di Maria. L'opera proviene dalla collezione dell'ingegnere varesino Antonino Mazzoni, il quale donò tre suoi dipinti al FAI. Il dipinto era giunto a sua volta in donazione Mazzoni, proveniente dall'antiquario A. Orsi, con l'attribuzione orale da parte di Lamberto Vitali e Franco Russoli come possibile opera di Palma il Giovane. L'artista è stato confermato per iscritto nel 2003 da Francesco Valcanover e da Giovanni Godi e oralmente da Stefania Mason Rinaldi nel 2003, datandolo agli inizi del XVII secolo e ipotizzando alcuni interventi esterni (per esempio per la testa del re al centro); mentre identica come caratteristiche tipiche di Palma i colori rossi, l'accostamento di rosso e blu con lumeggiature nella figura in alto a sinistra, le pieghe delle vesti (vedi la figura inginocchiata in primo piano a destra). Prima dell'apertura della Villa al pubblico l'opera era collocata sulla parete destra dell'ingresso al piano terra.
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • ENTE SCHEDATORE R03/ FAI - Fondo Ambiente Italiano
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2011||2012||2019
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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