Sposalizio di Maria Vergine

dipinto, post 1518 - ante 1520

Un'elegante architettura incornicia la raffigurazione dello sposalizio della Vergine: pilastri in marmo versicolore fanno da sostegno a due cupole che nei pennacchi accolgono busti all'antica, mentre le arcate a tutto tondo si aprono verso l'esterno e fanno da fondale per la scena sacra che si svolge in primo piano senza. Manca, però, una reale fusione fra lo spazio architettonico e le figure, disposte secondo un schema compositivo arcaico che le vede affiancate le une alle altre con la profondità suggerita sono dalla successione delle teste. In primo piano, di profilo, ci sono S. Giuseppe e Maria che si scambiano l'anello; fra loro c'è il sacerdote che ne unisce le mani, dietro di loro i personaggi di contorno che sono resi con una certo interesse ritrattistico. In particolare emerge a sinistra un uomo con la barba, l'abito e il cappello neri che guarda verso l'esterno e che secondo alcuni critici raffigurerebbe lo stesso Francesco Prata da Caravaggio.

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Prata, Francesco
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE
  • LOCALIZZAZIONE Chiesa di S. Francesco
  • INDIRIZZO Via S. Francesco, Brescia (BS)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'autore del dipinto è Francesco Prata da Caravaggio. Lo indica chiaramente l'iscrizione "FRANCISCI/ DE PRATO/ CARAAGESIS OPVS" posta sulla fronte del primo pilastro di sinistra dell'architettura che incornicia la raffigurazione. Anche la committenza è documentata da un elemento interno al dipinto: nella parte inferiore della tavola, ai piedi del sacerdote che sta unendo in matrimonio Maria e Giuseppe, c'è un cartiglio che indica come l'opera sia stata realizzata per volontà della corporazione dei falegnami che avevano in S. Giuseppe il loro santi patrono. L'iscrizione "ANNO XP MDXLVII/ ARS MURATORI/ EXPENSIS" contiene anche una data che è stata erroneamente assunta come termine cronologici di riferimento per l'esecuzione del dipinto. In realtà la cifra 1547 è da riferirsi alla realizzazione dell'ancona ed è stata probabilmente aggiunta al dipinto proprio in occasione della messa in opera della cornice stessa. La cronologia dello Sposalizio è, infatti, concordemente fissata dagli interventi critici più recenti agli anni fra il 1518 e il 1520 quando il pittore bergamasco è ancora strettamente legato ai modi compositivi e allo stile degli affreschi realizzati da Boccaccio Boccacini per il Duomo di Cremona, mentre l'adesione alla poetica di Girolamo Romanino, che caratterizzerà le sue opere dopo gli anni venti del Cinquecento, è ancora moderata. Si può leggere unicamente nella definizione di qualche fisionomia e nella ricchezza cromatica degli abiti della Vergine e del sacerdote. Il pittore, invece, ricorre ad un linguaggio ancora legato alla cultura quattrocentesca per dettagli come i panneggi rigidamente scanalati e le figure disposte in una fila serrata e compatta in primo piano che lascia emergere solo le teste.
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Comunità Montana Valle Trompia
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO AUTORE - Prata, Francesco

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - post 1518 - ante 1520

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'