San Giovanni Battista predica nel deserto
La scena risulta soffocata dalla moltitudine di personaggi rappresentati. Un debole spiraglio è dato dal paesaggio sul fondo in corrispondenza della figura di san Giovanni Battista, visibile a destra. L'episodio fa riferimento alla nota Predica che il santo compì per condannare pubblicamente la peccaminosa condotta di Erode e della cognata Erodiade, che gli costò dapprima la prigionia a Macheronte, sulla sponda orientale del Mar Morto, quindi la morte per decollazione. Sulla sinistra è riconoscibile Erode, che ascolta le parole di Giovanni. Come avviene per l'episodio relativo al martirio del santo, che campeggia sulla parete opposta della cappella, anche in questo caso il pittore inserisce una figura monumentale, rappresentata di spalle all'estrema sinistra della composizione.
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
intonaco/ pittura
stucco
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ATTRIBUZIONI
Semino, Ottavio (1530 Ca.-1604)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE
- LOCALIZZAZIONE Chiesa di S. Maria delle Grazie
- INDIRIZZO Piazza Santa Maria delle Grazie, Milano (MI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Di origine genovese, figlio di Antonio, anch'egli pittore come del resto era anche il fratello Andrea, con il quale collaborò nei primi anni di attività, Ottavio Semino compì almeno due soggiorni in area milanese (il primo dei quali avvenne dalla fine degli anni sessanta al 1573, il secondo prese avvio nel 1579 e si concluse con la morte nel 1601.), dapprima al servizio di eminenti personalità come Tommaso Marino, quindi impegnandosi nella decorazione della controfacciata della Certosa di Pavia (1566-1567), della cappella Fiorenza nella chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore (1571-1573), delle cappelle Bossi (1572) e Brasca (1575-1576) nella chiesa di Sant'Angelo. Nell'ottavo decennio del Cinquecento il pittore era dunque entrato nel giro delle commesse della Milano "carliana", come del resto testimoniano le lodi nei testi contemporanei, in particolare da parte del Lomazzo, che nei Rabisch (1589) gli dedica un intero sonetto definendolo tanto "perfetto nella pittura" da superare "gli altri pittori della città". Dotato di un carattere tutt'altro che conciliante (pare fosse stato allontanato da Savona in seguito a un omicidio e le fonti ricordano i suoi costumi "dissoluti e corrotti"), Semino promosse una pittura che recupera i modelli dei grandi maestri del Rinascimento e in particolare di Raffaello (apprezzati durante un viaggio a Roma e grazie alle testimonianze degli allievi presenti a Genova, oltre allo studio delle stampe di Marcantonio Raimondi), rileggendoli senza alcuna forzatura nè intento drammatico. La prima formazione del pittore, però, avvenne a Genova con Luca Cambiaso. La tendenza a "illustrare" più che a coinvolgere emotivamente lo spettatore si nota anche nella cappella di san Giovanni Battista, interamente dedicata al racconto delle gesta del santo, che si snodano sulle due pareti laterali e sulla volta. Malgrado questo intervento cada a ridosso dell'inizio del secondo soggiorno milanese del pittore, quindi in una fase piuttosto avanzata della sua attività, è stato osservato come Semino recuperi, citandolo in modo preciso, il particolare di uno degli armigeri presenti in un affresco eseguito anni prima dal padre Antonio Semino per la chiesa di Sant'Andrea a Genova. Si avverte, dunque, la tendenza a riproporre soluzioni compositive mediate da altri maestri, segno di una generale mancanza di invenzione che accompagnerà Ottavio per tutta la sua attività, accentuandosi ulteriormente negli ultimi anni.
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- ENTE SCHEDATORE R03/ Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0