adorazione dei Re Magi

dipinto, post 1578/06/25 - ante 1579

Il Bambino si sporge in modo spontaneo dalle braccia della Madre, slanciandosi verso uno dei Re Magi, che gli sta offrendo un dono. Gli altri due Re, abbigliati in abiti orientali di grande eleganza (si veda il cappello piumato del moro), stanno chiacchierando animatamente e indicano il gruppo della Vergine, oggetto della loro discussione. Alle loro spalle la composizione è occupata da un cavallo visto da tergo; altri animali, che costituivano il corteo di accompagnamento, sono visibili in lontananza. Sulla sinistra, davanti a un muro di mattoni che divide lo spazio in due settori, l'anziano Giuseppe si appoggia al bastone e osserva la scena in silenzio.

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Campi Antonio (1524/1587)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE
  • LOCALIZZAZIONE Chiesa di S. Maurizio al Monastero Maggiore
  • INDIRIZZO Corso Magenta 13, Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'anno di esecuzione è attestato dal documento dell'incarico ad Antonio Campi, con il quale il pittore cremonese doveva "far di sua mano una anchona per l'altare grande dela giesia [...] fatto sopra la tela a olio, la pictura di qual sarà il misterio della adoratione dilli tri maggi et sue circumstantie". La conclusione del lavoro, con la conseguente consegna del dipinto, era fissata entro un anno. Tale commissione, che di fatto modificò decisamente l'intero assetto della parete del tramezzo della chiesa pubblica, trovava ragion d'essere nell'esigenza di tamponare la grande arcata che metteva in comunicazione le due aule della chiesa, in ottemperanza ai decreti tridentini e alle prescrizioni impartite da Carlo Borromeo. Il dipinto è descritto dal Torre nel 1674: "Ma la tavola ad oglio sovra l'altare supera ogn'altra sua pittura, effigiando l'Adorazione dei Magi, pittura degna d'eterni applausi". L'iconografia è tradizionale, ciò che invece colpisce è la modalità con la quale la scena viene risolta. In linea con tutta la produzione milanese, avviata con continuità a partire dagli anni Sessanta del Cinquecento (insieme al fratello Giulio), anche in questo caso Antonio concentra la propria attenzione sulla resa degli affetti e delle espressioni, in particolare sulla reazione dei Magi al cospetto della Sacra famiglia. Il pittore cremonese cerca di rendere con naturalezza la curiosità del Bambino, che si divincola dalle braccia della Madre per soddisfare la propria curiosità, afferrando l'oggetto che gli viene porto in dono. Evidente, quindi, è la carica di umanità e dolcezza che promana da questa scena. Il soggiorno milanese di Antonio Campi sarà di fondamentale importanza per rintracciare le sperimentazioni precaravaggesce nel territorio lombardo, contraddistinte dall'uso insistito dei chiaroscuri, da un sapiente dosaggio della luce artificiale e dei notturni, e da un naturalismo che si sofferma a descrivere ogni dettaglio della realtà quotidiana, come il cavallo sulla destra visto da dietro, prefigurazione caravvaggesca del cavallo della Conversione di Saulo nella chiesa di Santa Maria del Popolo a Roma.
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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