Decorazione plastico pittorica della cupola. Santi

decorazione plastica/ dipinto post 1482 - ante 1486

Il tamburo della cupola della chiesa di Santa Maria presso San Satiro è scandito da dieci clipei, nove dei quali sono decorati da busti in cotto modellati a tuttotondo. Caratterizzati da una forte incisività, soprattutto nelle vesti solcate da profondi panneggi e nei copricapi dalla foggia orientaleggiante, queste figure potrebbero rappresentare profeti e santi: alcune di esse trattengono infatti un libro nelle mani. Intervallate ai clipei delle cartelle rettangolari sono ornate da monocromi dipinti riproducenti animali affrontati inframezzati da elementi fitomorfi nascenti da vasi e valve di conchiglia. Separa l'intradosso della cupola dal tamburo un aggettante cornicione costituito da più modanature fittili dove si individuano elementi decorativi a foglie lanceolate, perle, rudenti, ovuli e dentelli. Altre cornici in cotto a ovuli e intrecci con rosette separano il tamburo dai sottostanti pennacchi, mentre ovuli dalle dimensioni inferiori profilano anche tutti i clipei con i busti e le cartelle rettangolari con i monocromi.

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO decorazione plastica/ dipinto
  • MATERIA E TECNICA stucco/ incisione
    stucco/ intaglio
    stucco/ modellatura a stampo
    stucco
    stucco/ doratura
    stucco/ pittura
    TERRACOTTA
    terracotta/ modellatura
    terracotta/ pittura
    terracotta/ stampo
  • ATTRIBUZIONI Bramante, Donato; Fonduli, Agostino; Battagio, Giovanni; Battagio, Gabriele; Pietro Da Velate; Rizzi, Giovanni Pietro; Mirofoli, Giovanni Angelo Da Seregno; Raimondi, Antonio; Antonio Da Pandino (1444-1514; ; ; ; ; ; ; ;)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE
  • LOCALIZZAZIONE Chiesa di S. Maria presso S. Satiro
  • INDIRIZZO Via Torino, Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La cupola della chiesa di Santa Maria presso San Satiro, progettata e realizzata sotto la supervisione di Donato Bramante fra il 1482 e il 1486, fu decorata, stando ai documenti rinvenuti, da più artisti. Per l'apparato plastico decorativo i nomi emersi dalla documentazione diretta e indiretta sono quelli di Agostino Fonduli, Giovanni Battagio e Gabriele Battagio. Sappiamo infatti che l'11 marzo 1483 Agostino Fonduli, fra le varie opere in terracotta che dovrà realizzare per la chiesa, s'impegna a eseguire anche 36 figure per il tamburo della cupola che saranno collaudate da Antonio Meda e da Bramante stesso. I fratelli Giovanni e Gabriele Battagio - il primo tra l'altro suocero di Fonduli - sono attestati in documenti del 1482 e 1483 come testimoni e nel 1487 Gabriele è pagato due volte per lavori non specificati alla chiesa: secondo la critica si tratterebbe verosimilmente della realizzazione dei lacunari della cupola e delle volte dell'edificio se infatti lo stesso artista in un successivo contratto del 8 agosto 1500 accetterà di realizzare i lacunari in stucco della chiesa milanese di Santa Maria presso San Celso. Per l'apparato pittorico i nomi recuperati dalla documentazione sono quelli di Pietro da Velate, Giovanni Pietro Rizzi, Giovanni Angelo Mirofoli da Seregno, Antonio Raimondi e Antonio da Pandino. I contratti ci informano infatti che il 28 agosto 1483 i deputati della Scuola di Santa Maria presso San Satiro e i pittori Pietro da Velate, Giovanni Pietro Rizzi e Giovanni Angelo Mirofoli da Seregno nominano i maestri Francesco da Vico e Antonio Raimondi arbitri nella vertenza intorno alla pittura dell'interno e dell'esterno del tiburio sopra l'altare maggiore di San Satiro e del tiburio grande della nuova chiesa di Santa Maria. Il 7 maggio dello stesso anno Antonio Raimondi s'impegna a dipingere le volte del braccio destro del transetto e in novembre, il medesimo pittore e Antonio da Pandino, sono incaricati di dipingere in oro e azzurro tutta la volta e l'arco fra la vecchia chiesa di San Satiro e la nuova chiesa di Santa Maria, ovvero le volte del braccio sinistro del transetto. Numerose campagne di restauro eseguite tra il XVII e il XX secolo hanno modificato notevolmente l'assetto decorativo originario della chiesa. Per quando concerne la cupola sappiamo nello specifico che già nel 1662 venne sostituita una catena e nel 1724 furono rimosse dall'ingegnere Giovanni Francesco Malatesta 30 piccole statue in cotto, raffiguranti angeli e santi, poste intorno alla cornice. Nel 1811 il rivestimento dei pilastri della cupola fu completamente tolto sino alla muratura per far fronte a problemi di umidità. Nel 1819 il pittore Gaetano Vaccani rifece la decorazione dei pilastri verso il finto coro e gli ornamenti a chiaroscuro del tamburo e dei pennacchi della cupola all'interno della quale vennero restaurati anche i cassettoni, rinnovando il fondo in azzurro e tutti gli elementi in rilievo con foglia d'oro. Il distacco e la caduta di un rosone portarono a ulteriori restauri operati da Ernesto Rusca fra il 1912 e il 1915 il quale, costatando come tutta la decorazione ottocentesca fosse deteriorata, non solo si occupò della pulitura di tutte le ornamentazioni in cotto e in gesso ma rifece ancora tutte le dorature. Negli anni 1937 e 1938, in concomitanza con il recupero del bassorilievo della prospettiva del finto coro, si decise di eliminare le decorazioni dei pilastri della cupola rifatte nell'Ottocento e rinnovare gli ornamenti a candelabra affidando il lavoro al pittore Romildo Scaramuzza. Dopo altri interventi nel Dopoguerra agli intonaci, fra il 1983 e il 1992 è stata avviata una nuova campagna di restauro che ha portato a operazioni di pulizia e consolidamento e con la quale si è cercato di mantenere memoria, laddove possibile, anche dei vari restauri passati. Infine fra il 1999 e il 2000 altri interventi hanno interessato soprattutto gli affreschi dei Quattro evangelisti dei pennacchi e della cornice del tamburo.
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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