Amitayus. buddha

statuetta, sec. XVIII

Scultura in bronzo dorato raffigurante il buddha di lunga vita Amita¡yus seduto nella posizione del loto, padmasana e le mani in dhyanamudra, su un trono coperto da un tessuto che ricade frontalmente e con aureola posteriore a doppia mandorla fiammeggiante. Piedistallo quadrangolare traforato e sagomato con motivi a doppia voluta con al centro una perla. Amita¡yus indossa tipicamente una corona a cinque cuspidi con nastri pendenti che ricadono sulle spalle. Il buddha ha un'alta protuberanza cranica (usnisa), con al centro il gioiello, e i capelli di colore blu che si dipartono dalla nuca in due ciocche che cadono sugli avambracci. Indossa la tipica veste indiana (dhoti), che lascia una spalla scoperta e indossa orecchini e una collana con tre pendenti. Un foro in corrispondenza delle mani.

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO statuetta
  • MATERIA E TECNICA bronzo/ fusione a cera persa/ doratura
    pigmento
    oro
    rame
    stagno
  • AMBITO CULTURALE Produzione Cinese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Polo Arte Moderna e Contemporanea. Collezione Carlo Puini
  • LOCALIZZAZIONE MUDEC - Museo delle Culture
  • INDIRIZZO Via Tortona 56, Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il buddha di lunga vita Amita¡yus, in cinese Wuliangshoufo o Changshoufo (oppure Emituofo: Amita¡bha o Amita¡yus), rappresenta un aspetto del buddha Amitabha in sambhogaka¡ya e si distingue per la presenza fra le mani della fiala kalasa che contiene il nettare dell'immortalità amrita. In questo caso la fiala, che si incastrava nel foro fra le mani, è andata persa. Figure come questa, talvolta identiche in ogni particolare a questa statua, o talvolta con solo piccole differenze nella forma dei gioielli, si traovano in grande quantità nelle collezioni delle Raccolte Extraeuropee. Ben 3 provengono dalla collezione Passalacqua. Sono infatti statuine comuni che è facile trovare in ogni collezione italiana (Stibbert, Museo Missionario di S. Francesco a Fiesole, MAO di Torino, Il Vittoriale, ecc.). Perché ne sian state prodotte in tale quantità non è chiaro, ma secondo alcuni autori si tratterebbe di statuine create per la famosa pagoda dei diecimila buddha. Più probabilmente, sotto Qianlong, seguace del buddhismo lamaista, la figura di Amita¡yus divenne particolarmente popolare e questo tipo di statuina votiva, contenente preghiere, da lasciare al tempio e da apporre sui muri laterali delle sale cominciò a essere prodotta in serie. Li, definisce queste statuine di tipo "standard", a cominciare dal periodo Qianlong. La produzione sarebbe stata talmente grande da creare così tante scorte da determinare un arresto della produzione nei periodi finali della dinastia Qing. Alcuni autori (fra i quali Montuschi e Cai) la ritengono una produzione per il Nepal. All'interno della base, in un sacchetto trasparente, si trova un rotolino stampato in tibetano in rosso. Probabilmente è la preghiera che conteneva.
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0302166953
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Mudec - Museo delle Culture
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2018||2018||2018
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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