mascherone (taotie)

vaso post||post 1600||1630 - ante||post 1644||1868

Vaso in bronzo dalla forma zun, con bocca ampia e strombata, pancia sferica e piede troncoconico. Il decoro in stile arcaico si suddivide in fasce orizzontali, arricchite da creste modanate molto sporgenti. All'interno di ogni sezione si trova un mascherone. Il decoro principale è costituito da maschere zoomorfe taotie. Sotto la spalla e sulla circonferenza del piede si trovano due uccelli stilizzati affrontati. Sul collo, un'ampia decorazione lanceolata a ricordare il motivo della cicala, formata da due figure zoomorfe affrontate. Le decorazioni principali sono ottenute su un fondo di greche ripetute. Bronzo patinato bruno chiaro.

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO vaso
  • MATERIA E TECNICA bronzo/ fusione a cera persa, patinatura, fusione
  • ATTRIBUZIONI Manifattura Giappone (?)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Area Museo delle Culture, Progetti Interculturali e Arte nello Spazio Pubblico. Collezione Giovanni Battista Lucini Passalacqua
  • LOCALIZZAZIONE MUDEC - Museo delle Culture
  • INDIRIZZO Via Tortona, 56, Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Questo bronzo accenna alle forme dello zun, vaso cinese rituale per le offerte di vino, ma nella strombatura esageratamente espansa e nella leggerezza tradisce la sua funzione di vaso per la disposizione dei fiori (hirokuchi kabin) di produzione giapponese. Le decorazioni arcaicistiche erano utilizzate durante tutto il periodo Edo, ma furono particolarmente popolari verso la fine del periodo. Rileviamo infatti che quando si trovano vasi di questo genere sia in Cina, sia in Giappone, con una datazione, questa è nella gran parte dei casi riferita al XIX secolo. Il legame del bronzo cinese e giapponese con i motivi decorativi arcaici dei contenitori cinesi archeologici è sempre stato forte. In Giappone tuttavia si ebbe una riscoperta dei motivi cinesi durante il periodo Edo, grazie all'influenza della scuola Nanga, che si rifaceva all'estetica e alle filosofie cinesi, idealizzandole. In particolare la moda per le cose cinesi comincia nella seconda metà del periodo Edo. I pezzi di questo periodo risentono particolarmente dell'ambiente del bunjin bokkaku, dove lo studioso gentiluomo, che aveva seguito un apprendistato confuciano poteva dedicarsi alle arti apparentemente libero dalle restrizioni imposte dalle committenze. Questi artisti, se nella pittura rifiutavano elementi moderni come la prospettiva, nell'arte del bronzo si attenevano a una produzione molto realistica. La corrente bunjin si sviluppa attorno a Kyoto, in antitesi con le nuove mode di Edo. Fra gli artigiani del bronzo, lo Harada segnala ad esempio un "Karamono" (lett. Cose cinesi) Kyubei di Sakai, Osaka, che operava nel terzo decennio del XVIII sec. \nKoyama riconduce questi vasi alla categoria dei gusoku, accessori del cerimoniale buddista (bruciare gli incensi, disporre i fiori, accendere i lumi e le candele). Vasi di questo tipo venivano eseguiti creando stampi separati per corpo, bocca e piede, poi uniti per creare lo stampo finale.
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0302166838
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Mudec - Museo delle Culture
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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