Autoritratto

disegno, 1916 - 1916

matita e carboncino su carta incollata su cartoncino

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO disegno
  • MATERIA E TECNICA carta/ cartone/ matita/ carboncino
  • ATTRIBUZIONI Wildt, Adolfo (1868-1931)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche del Castello Sforzesco. Galleria d'Arte Moderna, Milano
  • LOCALIZZAZIONE Castello Sforzesco - complesso
  • INDIRIZZO Piazza Castello, Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nel 1918 in occasione della Mostra del Salvadanaio all'interno della Galleria Pesaro di Milano, Adolfo Wildt conobbe Giuseppe Chierichetti, colto collezionista e facoltoso industriale, divenuto successivamente uno dei suoi maggiori committenti e che nel 1920 donerà l'Autoritratto dell'artista alle collezioni pubbliche milanesi. Il disegno datato "MCMXVI" è stato accostato dalla critica, per le forti affinità compositive e stilistiche e per il sottile equilibrio della tragica espressione, alla "Maschera del dolore", un ritratto in marmo eseguito nel 1909 al termine di tre anni di "incertezza e impotenza creativa" (Wildt. L'anima e la forma, 2012). Tale scultura, come il disegno, esprime in sé, un forte senso di dolore e tensione emotiva. Il volto è addossato su una superficie di marmo dorato sulla quale, come un epigrafe, è inciso il nome dell'artista affiancato da tre croci, elementi simbolici, riferimento ai tre anni di sofferenza vissuti dallo scultore. Le orbite scavate degli occhi e la bocca aperta ansimante, accentuano la sensazione di terrore e avvicinano la scultura a quella di età ellenistica, sebbene l'opera in questione sia mediata da suggestioni espressioniste di matrice nordica. Il tema del dolore che la maschera manifesta, si ripresenta anche nel foglio del 1916, con cui condivide diversi elementi, tra cui l'evidente alterazione della fisionomia, quasi si trattasse di diverse trasposizioni dei medesimi concetti. L'artista si raffigura nell'immagine come un Cristo sofferente durante la passione, con il capo chino, e gli occhi socchiusi, addossato a una croce che si staglia sullo sfondo. Wildt utilizza il carboncino modulando il tono del chiaroscuro come fosse uno dei suoi rilievi in marmo, opere queste, così come nel caso della "Maschera" del 1909, spesso caratterizzate dalla presenza di soggetti emaciati, espressione di dolore, patimento e sofferenza.
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0302160587
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Gabinetto dei Disegni
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2018
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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