Cespo con fiori

disegno, 1650 - 1699

disegno eseguito a matita rossa a mano libera, con ombreggiature a tratteggio; il supporto sul quale è tracciato è di carta colore avorio molto leggera

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO disegno
  • MATERIA E TECNICA carta/ matita rossa
  • AMBITO CULTURALE Ambito Italiano
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche del Castello Sforzesco
  • LOCALIZZAZIONE Castello Sforzesco - complesso
  • INDIRIZZO Piazza Castello, Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nell'"Indice de due Tomi d'Intagli Tempietti ed altro", relativo ai tomi V e VI e compilato dal collezionista Giacomo Sardini, il disegno viene iscritto, insieme ad altri fogli contigui, nel paragrafo "Ornati" con la definizione "182 59 62 28 Fregio". Si tratta di una rappresentazione di fiori (forse una peonia e un papavero?) molto accurata nei dettagli, eseguita a matita rossa con ombreggiature a tratteggio. Potrebbe trattarsi di un semplice esercizio di copia dal vero, ma anche un disegno finalizzato allo studio o a una pubblicazione di botanica. L'istituzione degli studi botanici si instaura intorno al XVI secolo e nel corso del XVII secolo la botanica inizia a distinguersi come scienza autonoma. Le rappresentazioni a partire dal XVII secolo sono spesso affidate dai botanici a pittori e disegnatori professionisti e si contraddistinguono per notevole precisione e realismo. Uno dei precursori di questa attitudine in Roma fu Federico Cesi (1585-1630), fondatore dell'Accademia dei Lincei e botanico per vocazione, che portò avanti una ricerca naturalistica con altri membri dell'Accademia, volta a compilare il primo trattato di Botanica generale da cui emergessero tutti i fondamenti della morfologia, fisiologia e nomenclatura delle piante. Le sue "Tabulae Phytosophicae", concepite a partire dal 1617 come introduzione alla sezione botanica di una grande opera enciclopedica dal titolo "Theatrum totius Naturae" e dedicate a Francesco Barberini, dovevano essere venti, ma riuscì a preparare per la stampa solo le prime dodici, pubblicate in appendice alle prime edizioni del "Rerum medicarum novae Hispaniae thesaurus", meglio noto come "Tesoro Messicano" (1628, 1630); le rimanenti tavole furono pubblicate a cura di Francesco Stelluti nelle successive edizioni (1648, 1649 e 1651). Un altro studio inedito che raccoglie gli esiti delle indagini e delle osservazioni botaniche condotte da Federico Cesi, fu anche la Syntaxis Plantaria, illustrata da pittori e disegnatori al suo servizio. Il foglio su cui è stato tracciato il disegno in esame presenta una filigrana che indica un tipo di carta italiana del 1672 ca.; la datazione quindi induce a un confronto con le riproduzioni dei disegni di Jacques Bailly (1629-1679) intagliati da Harnold Van Westerhout (1651-1725) per la riproposizione ad acquaforte di Giovanni Giacomo de Rossi del 1681, come già indicato per un altro disegno di analogo soggetto eseguito a grafite e matita nera, contenuto nell'VIII tomo della presente Collezione (Milano, Collezione Sardini Martinelli inv. 8,49 bis). Un disegno eseguito con la stessa tecnica del presente si trova nella stessa Collezione (ibidem, inv. 6,134 b).
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0302056637
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Gabinetto dei Disegni
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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