Cristo redentore benedicente

scultura, post 1450 - ante 1500

Figura maschile dall'espressione sognante gli occhi socchiusi e la bocca semi aperta, il volto inclinato leggermente all'indietro. L'uomo porta lunghi capelli con la scriminatura in mezzo, ricadono sulle spalle ritorti all'indietro come in boccoli. La veste è composta di due parti: una lunga tunica con lo scollo rotondo presenta pieghe increspate, e una fascia trasversale è portata dal braccio destro alla gamba opposta. La statua manca di attributi agiografici precisi essendo mutila di una mano. Sul retro l'opera si presenta finita

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO scultura
  • MATERIA E TECNICA marmo scultura
  • AMBITO CULTURALE Ambito Lombardo
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Veneranda Fabbrica del Duomo
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale - complesso
  • INDIRIZZO Piazzetta Reale, Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La statuetta del Museo del Duomo presenta interessanti spunti. Il volto offre anticipazioni di alta qualità degli esiti della scultura degli anni novanta del quattrocento. Il modellato è delicato e i trapassi luministici sono accompagnati dalla superficie arrotondata. L'aria trasognata, che aveva fatto pensare alla figura rappresentata come un Redentore, sembra essere annuncio delle vaghe fisionomie di alcune figure bramantinesche (Noli me tangere, Milano, Pinacoteca di Brera, già S. Maria del Giardino, 1507, o il Cristo del Museo Thyssen-Bornemisza, Madrid, 1490 cca.). Ulteriori assonanze, si hanno con alcune statue presenti nella decorazione di Tommaso Rodari sul Duomo di Como, il riferimento va particolarmente al Cristo risorto, databile agli anni novanta del secolo. Per quanto il differente stato di conservazione permetta solo di riscontrare un'assonanza e una comune sensibilità di matrice mantegazziana, si nota come nel caso di Como questi elementi siano risolti con un accentuarsi dell'espressività, mentre nel nostro caso con uno sviluppo delle forme ovalizzanti (Foto pubblicata in S. Soldini, Tommaso Rodari, contemporaneo e seguace dell'Amadeo, in Giovanni Antonio Amadeo. Scultura e architettura del suo tempo, a c. di J. Schell, L. Castelfranchi, Milano, 1993, pp. 505-523, p. 521 ). Da rileggere in questo senso la menzione che Silvio Vigezzi fece nel suo catalogo del nome di Cristoforo Solari, ovvero come la grande abilità di questo anonimo maestro di giungere ad esiti di tanta fortuna nei decenni successivi agli anni ottanta (forse uno dei riferimenti più immediati, per tipologia più che per una reale corrispondenza di sensibilità, è il Cristo morto del Dayton Art Institute attribuito al Gobbo). Più difficile riportare agli ultimi decenni del secolo il resto della figura ancora ammantata del panneggio cartaceo, per quanto addolcito nelle increspature e smorzato dalla fascia trasversale che evidenzia il ginocchio, per il quale sembra più opportuno un confronto con il Monumento della Torre (1583) in S. Maria delle Grazie, dove istanze che aprono il nuovo secolo sono fuse con modi e sensibilità del periodo immediatamente trascorso. Singolare e ben riuscita commistione di suggestioni, si ritiene opportuno affidare la statuetta ad un maestro lombardo attivo dalla metà del secolo che abbia forse condotto un periodo di apprendistato vicino alla cerchia amadeiana, si propone in questa sede una datazione tra gli anni ottanta e non oltre l'ultimo decennio del Secolo. Un ulteriore dato da prendere in esame è il particolare stato di conservazione della superficie lapidea. Fatta esclusione della perdita delle parti più esposte della figura, la scultura presenta un buono stato di conservazione con una cromia dorata e l'assenza di depositi. Questa caratteristica fa pensare che la prima destinazione questa statuetta fosse un altare o un monumento che non ebbe lungo corso all'interno del Duomo, ma che per l'alta qualità della statua e, anche in base al grado di dettaglio e finitezza, potesse essere stata conservata nei locali della Fabbrica, una volta dismessa dal suo contesto originale, forse uno degli altari fatti togliere da Carlo Borromeo, dopo il 1566.
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0302035499
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Veneranda Fabbrica del Duomo
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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