Sant'Agnese con insegne viscontee

scultura, post 1390 - ante 1400

La figura si connota con glia attributi classici di S. Agnese. La santa ha il viso rivolto verso sinistra, i capelli ricadono statici sulle spalle lavorati ad ampi boccoli. Sono evidenti le particolarità fisiognomiche negli occhi sporgenti e rotondi e la bocca carnosa. La santa sostiene sull'avambraccio sinistro l'agnello, il cui vello è lavorato ad ampie ciocche di andamento regolare che rendono l'animale parte integrante del compiacimento descrittivo e calligrafico che caratterizza la figura della santa. Nella complessa realizzazione dell'abito della santa sono visibili motivi decorativi che trasmutano l'intenzione di mimesi e l'attenzione al dettaglio suntuario diviene un motivo che prende il sopravvento sulla definizione della veste che asseconda il fitto ricamo che riporta motivi floreali, tralci di vite e girali di acanto. La parte inferiore dell'abito è frammentato da pieghe a spigolo vivo che non accompagnano l'anatomia sottostante, ma esaltano il virtuosismo con il quale è stato realizzato l'abito. La figura ha le spalle coperte da un prezioso mantello che porta le insegne di casa Visconti e che copre parzialmente le spalle della santa. Il bordo del mantello è decorato con un motivo a rosette, ripreso dall'abito.

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO scultura
  • MATERIA E TECNICA marmo scultura
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Veneranda Fabbrica del Duomo
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale - complesso
  • INDIRIZZO Piazzetta Reale, Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Si ritiene di appoggiare la tesi di Ursula Schadler che propone confronti puntuali e convincenti, per quanto riguarda la formazione e la provenienza geografica del maestro artefice della S. Agnese, che deve aver visitato la bottega dei Parler e presenziato nei cantieri di Praga e Vienna. Secondo le argomentazioni proposte dalla studiosa la data di esecuzione si collocherebbe tra l'ultimo decennio del Trecento e i primi del Quattrocento, legando la statua al cantiere del Duomo, interessante è lo spunto di tentare l'identificazione della Santa con una dama di casa Visconti, a tal proposito si potrebbero proporre altri nomi oltre a quello menzionato dalla Schadler, anche se per tutti rimangono alcune riserve. La studiosa propone il confronto con la vicenda della cugina di Gian Galeazo Visconti, Agnese, sposa di Francesco Gonzaga, morta nel 1391, uccisa dal marito che la accusava di adulterio. Le decorazioni araldiche della casa di Francia, già notate da Ugo Nebbia, potrebbero dare adito a cercare la realizzazione della S. Agnese, nella sfortunata a romanzesca vicenda di Valentina Visconti, figlia del duca e sposa di Luigi di Orleans . Valentina fu condotta a Parigi dopo la nascita di Galeazzo Maria, erede di Giangaleazzo, e morì nel 1408. La principessa fu protagonista involontaria delle vicende di palazzo della Guerra dei Cent'anni. In questa ipotesi va considerato che la faida francese tra Isabella di Baviera, e Valentina di Orleans, è da far risalire a dopo il 1392, quando la moglie di Carlo di Borgogna, minò la figura della cugina. Questa tesi privilegerebbe l'insegna francese al nome della santa, legato comunque alla committenza Visconti, in quanto protettrice del casato. Resta la certezza che S. Agnese era la protettrice della famiglia Visconti. A questo punto è bene notare come a fianco degli stemmi araldici fin qui osservati dalla critica, riferiti oltre che al casato Visconti anche agli Orleans, vi sia la croce sabauda nello scudo di sinistra. Inoltre per collocare la figura prima del 1395 può essere di supporto notare che lo scudo visconteo, è partito, con lo stemma sabaudo e il giglio di Francia, non è inquartato con l'aquila imperiale, questo particolare potrebbe riportare la statua ad un momento precedente alla nomina ducale. La presenza dell'aquila potrebbe essere spiegabile con l'autorizzazione imperiale di esporre il simbolo già in uso dai tempi di Azzone, che ottenne il vicariato. Per lo stemma Visconti con la croce sabauda possiamo ricordare la figura di Bianca di Savoia, madre di Giangaleazzo. Il conte di Virtù poteva inoltre foggiarsi dei gigli di Francia dopo il matrimonio con Isabella di Valois nel 1360 (P. Mezzanotte, G. Bascapè, Milano nell'arte e nella storia, Milano, 1948, p. 148.). Un ulteriore dettaglio utile a stabilire un ambito di riferimento per la nostra statua potrebbe essere l'attenzione, di cui si è già detto, per i particolari di arte suntuaria. Il particolare abito della santa, con l'ampia scollatura che lasci intravedere le spalle e la manica stretta che si allarga dal polsino fino alla mano, è un abito che si rintraccia in immagini di miniatura lombarda tra gli anni settanta e ottanta del Trecento. Anche i dettagli di costume riportano quindi la statua in un periodo antecedente la nomina ducale, se non alla fondazione del Duomo. Un paragone ancora più calzante potrebbe essere la statua rappresentante Caterina d'Austria, in collezione privata a Vienna, pubblicata dalla Schadler, che riporta dettagli di costume, nonché stilistici, affini alla S. Agnese, la statua è datata al 1370 circa. Un confronto tra Valentina che riceve un codice da Onorato Bonet, che riporta un abito non dissimile da quello indossato dalla S. Agnese, immagine contenuta in un codice della Biblioteca Nazionale di Francia (ms. fr. 811), dimostra come dettagli di costume della santa siano collocabili non oltre l'ottavo e il nono decennio del XIV secolo. Sarebbe utile appurare l'originale destinazione della statua che, per le caratteristiche scalpellature sul retro, non sembra fosse inizialmente destinata alla posizione da cui fu rimossa dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale. Anche le dimensioni della statua non sono coerenti con altri esempi di decorazione esterna del Duomo, è possibile che si tratti di una statua destinata all'interno, o addirittura proveniente da una altro contesto di interesse visconteo, trasferita sul Duomo forse in seguito ad intenti devozionali e celebrativi che si riferiscono inequivocabilmente a alla figura di Giangaleazzo, sia per la ripetizione degli stemmi che si riferiscono alle unioni dinastiche più vicine a lui, sia la provenienza boema della statua che riporta ai legami del futuro duca di Milano con l'imperatore Venceslao.
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0302035492
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Veneranda Fabbrica del Duomo
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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