Profeta

scultura, post 1400 - ante 1450

Uomo paludato, velato, con barba che scende verso il petto a V. Tra le mani sosteneva qualcosa, forse un cartiglio, non più visibile in quanto danneggiato. Il danno ha coinvolto completamente la mano dx e parzialmente la mano sx di cui rimangono solo il migonolo e l'anulare.Dalla lunga veste spuntano le dita dei piedi, nudi. Sul retro: pur essendo già definita la soluzione formale, la superficie non è levigata ma presenta i segni dello scalpello e/o della gradina tenuta ad angolo ampio rispetto ad essa (solchi brevi quasi incisioni a punta ma a distanza fissa). Al centro del busto è inserito, in un piccolo alloggiamento, il gancio d'ancoraggio.

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO scultura
  • MATERIA E TECNICA marmo scultura
  • AMBITO CULTURALE Ambito Franco Renano||bottega Di Walter Munich
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Veneranda Fabbrica del Duomo
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale - complesso
  • INDIRIZZO Piazzetta Reale, Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE A causa della scarsità di documentazione e della quantità di scalpellini che lavoravano in quegli anni presso il cantiere, risulta pressoché impossibile attribuire l'opera. Stilisticamente contiene diversi richiami alla scultura francese per quanto riguarda la dolcezza dell'espressione e renana nella resa dei lineamenti e dei panneggi. Il Russoli nel 1958 la ascrive alla scultura borgognona come il Mele nel 1960. E' la Bossaglia, nel 1973 e 78, ad aggiungere alle note caratteristiche dell'arte borgognona i tratti di una contaminazione renana confrontandolo con la statuaria maggiore di sicura provenienza teutonica. Raggruppa questa statuetta con altre due cin. 61 e cin. 62, chiamandolo Maestro delle statuette F. Queste statuette non sono state modellate dalla stessa mano ma bensì dalla medesima bottega che ne possedeva i modelli, da confrontare la resa della barba della cin. 60 e cin. 61 che scende a punta. I modelli disegnato dallo stesso artista crea forti similitudini tra mani diverse. Si propone una datazione intorno agli anni Novanta del 1300. Da notare il particolare delle dita dei piedi che escono dalla veste riscontrabili sia nella scultura borgognona della guglia Carelli (cfr. cin. 24-25-26-28) sia nella scultura renana (cfr cin.35-36-37-38). Il frutto di questa stretta convivenza in un luogo internazionale, diede vita a meravigliose fusioni di diversi ambiti artistici. E' assai plausibile che ci fosse una contaminazione di stilemi di diverse nazionalità dovuta alla promiscuità lavorativa nella quale si trovavano i primi maestri del grande cantiere. Proveniente dal pilone 53.
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0302035449
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Veneranda Fabbrica del Duomo
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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