Pianta del giardino di villa Sardini a Pieve Santo Stefano

disegno, 1775 - 1799

disegno in scala, conserva tracce della preliminare costruzione a grafite; è eseguito a inchiostro bruno utilizzando tiralinee e compasso; il disegno è tracciato su supporto di carta avorio

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO disegno
  • MATERIA E TECNICA carta/ grafite/ inchiostro a penna
  • ATTRIBUZIONI Sardini, Giacomo (1750-1811)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche del Castello Sforzesco
  • LOCALIZZAZIONE Castello Sforzesco - complesso
  • INDIRIZZO Piazza Castello, Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Ben poco si conserva della villa che Giacomo Sardini costruì a Pieve S. Stefano per la propria famiglia dal 1773 al 1784, demolita intorno al 1930 perché pericolante. Del giardino oggi rimangono solo la scalinata di collegamento palazzo-terrazzamenti, le vasche ottagonali e mistilinea poste sull'asse di simmetria, alcune fontane con mascheroni in marmo e il paramento rustico lungo i muri perimetrali. Il complesso residenziale si affacciava sulla pianura sottostante la collina di Pieve S. Stefano, prospiciente i Monti Pisani e il litorale livornese. Quando Sardini inizia a pensare al progetto per la villa, si trova a intervenire su un preesistente complesso di edifici comprendente la casa padronale, la chiesa, le cantine, gli annessi agricoli e le abitazioni dei contadini. Di tutte queste costruzioni conserverà solo le adiacenze rustiche e la chiesa, progettata dall'Abate Giusti, e costruirà un "casino di campagna" con funzione di "belvedere" in posizione dominante. Come afferma lo stesso Sardini nelle sue "Memorie" (Archivio di Stato di Lucca, Archivio Sardini 129, pp. 58-61) è lui stesso l'autore del progetto di sistemazione del parco sottostante la villa, che sottopone per un giudizio all'Abate Giusti (che, con l'architetto Carlo Bianconi, era stato consulente del Sardini anche nella progettazione della villa). L'idea di base, denunciata fin dai primi disegni, era improntata sulla volontà di unificare illusionisticamente lo spazio articolato su tre piani digradanti verso la valle. La prima ipotesi progettuale, infatti, prevedeva un giardino a terrazze sottostanti il piano dell'abitazione, con un effetto di annullamento dell'altezza dei vari dislivelli per chi, osservasse i giardini dall'alto. Lo spazio era suddiviso longitudinalmente in tre settori, quelli laterali con grandi aiole cruciformi, quello centrale, in asse con la scalinata di accesso, era diviso in due zone esagonali articolate al loro interno con una serie di parterre dalla forma rigorosamente geometrica. Le ingenti spese che una tale soluzione avrebbe comportato, indussero Sardini a predisporre delle alternative più semplici ed economiche.
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0301934662
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Gabinetto dei Disegni
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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