Uomo che riposacxccc. figura maschile distesa
dipinto
1972 - 1972
Biffi Luigi (1928/ 1994)
1928/ 1994
uomo che riposa sdraiato su un fianco, con la testa appoggiata sul braccio; indossa scarpe, giacca e cravatta; il corpo della figura occupa diagonalmente lo spazio; sfondo grigio; nei toni del grigio anche la figura; la cravatta azzurra è l'unica nota squillante
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
OLIO SU TELA
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ATTRIBUZIONI
Biffi Luigi (1928/ 1994)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Fondazione Davide Lajolo
- LOCALIZZAZIONE Fondazione Davide Lajolo
- INDIRIZZO Via Giovanni Bellezza, 12, Milano (MI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il soggetto di questo dipinto viene descritto da Davide Lajolo in un suo testo pubblicato a presentazione di una mostra di Luigi Biffi alla Galleria Artigiarte di Roma nel giugno del 1973, in cui lo scrittore fa riferimento all'impiegato "che s'addorme sull'erba in una smorfia annoiata del volto" (Lajolo D. 1973).\nIl soggetto si inserisce tra le tematiche privilegiate dal pittore milanese, che vedono protagonista l'uomo di città, prigioniero dei ritmi meccanici che scandiscono i tempi della sua esistenza, dal lavoro nelle fabbriche e negli uffici ai pochi momenti di svago e di contatto con la natura.\nScrive ancora Lajolo: "Quelli di Biffi sono gli operai, i tecnici, i burocrati, gli impiegati di oggi che non hanno più il mitra in mano o il tedesco alle spalle ma che devono fare i conti con il lavoro a catena nella fabbrica, con la meccanizzazione e difendersi per non diventare dei robot."\nInoltre aggiunge: "Biffi è un uomo da marciapiedi cittadini. Non sa vivere che tra gli alti palazzi della città, soffre della mancanza di verde come tutti ma il suo viso grigio e serio è costretto tra il cemento. Si, in campagna ci sono gli alberi, il verde dei prati, l'incanto dei liberi orizzonti, il dono del silenzio ma in città c'è la gente, uomini e donne indaffarati, prigionieri ma vivi, parlanti, dialoganti".\nE' dunque l'uomo il centro dell'opera di Biffi, il quale, proprio per questo motivo, in una prima fase d'attività precedente agli anni '70, trova un modello nella pittura di Guttuso, da cui successivamente si distacca elaborando un suo personale linguaggio.\nQuella di Biffi resta comunque pittura di denuncia, se pur denuncia pacata, "che non spreca parole né colori". L'artista infatti ama il grigio, il marrone, l'azzurro, ed i suoi dipinti quasi monocromi "stanno tra il disegno in bianco e nero e l'ombra del colore".
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0301933363
- ENTE SCHEDATORE R03/ Fondazione Davide Lajolo
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0