Pluteo di Teodote

Draghi alati affrontati e albero della vita, Pavia, sec. VIII prima metà

Il campo centrale, completamente decorato, ospita due mostri alati con testa leonina e coda anguiforme, realizzati a striature, e disposti simmetricamente ai lati dell'albero della vita. Negli angoli inferiori della lastra due piccoli delfini, cui corrisponde in quelli superiori la porzione terminale tripartita della coda dei draghi. La raffigurazione è incorniciata da un sottile profilo a fusarole e perline, a sua volta compreso entro un'alta fascia a girali in cui si alternano fiori e tralci di vite. La decorazione, continua ed omogenea, è interrotta unicamente, in alto al centro, da un girale più ampio con inscritto una rosetta a dodici petali. Il bassorilievo istoriato è connotato da una squisita eleganza formale e da una felice inventiva iconografica. Si evidenzia una commistione eclettica tra modelli plastici di derivazione 'classica' e temi inediti e originali, quali le spirali annodate che creano i corpi dei mostri alati. Il raffinato rigore distributivo, proprio della lastra, appare derivato da un tessuto orientale (Peroni), allo stesso modo l'albero della vita è un motivo mutuato dall'oriente. Il pluteo reca al verso una superficie non liscia, segnata da incisioni lineari a scalpello e a punta, perché probabilmente addossato in origine ad una parete.

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO transenna
  • MATERIA E TECNICA marmo
  • MISURE Profondità: 70,5 cm
    Altezza: 6.0 cm
    Lunghezza: 118 cm
    Larghezza: 176 cm
    : 171,5 cm
    : 9,00 cm
    : 66 cm
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Longobarda
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Musei Civici di Pavia
  • LOCALIZZAZIONE Castello Visconteo
  • INDIRIZZO Viale XI febbraio, 35, Pavia (PV)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il bassorilievo marmoreo istoriato, di squisita fattura e felice inventiva, e il suo pendant con pavoni che si abbeverano ad un cantharos (Musei Civici, inv. B 57), provengono dal monastero femminile di S. Maria Teodote (detto anche della Pusterla, corrispondente all'area dell'attuale Seminario Vescovile), fondato verso la fine del VII secolo da tale Gregorio, come risulta da una testimonianza documentaria del l'899. Rinvenuti nel 1828 dai cugini Defendente e Giuseppe Sacchi nel Seminario Vescovile, montati come stipiti di una porta, i bassorilievi nel XIX secolo vengono considerati come i fianchi lunghi di un sarcofago a cassa, il cui coperchio viene identificato nell'epigrafe sepolcrale di Teodota (inv. B 19), mentre i lati corti con il pluteo dell'agnello crucifero (Musei Civici, inv. B 56), in realtà più tardo, e con una lastra perduta. Teodota, dedicataria dell'epigrafe, verosimilmente una badessa longobarda di sangue reale, viene identificata con l'omonima fanciulla di nobile stirpe romana che secondo Paolo Diacono nell'Historia Langobardorum (V, 37) è violata da re longobardo Cunincperg (688-700) e rinchiusa nel monastero che da lei prende il nome. L'interpretazione data dai Sacchi alle lastre come parti di un sarcofago, viene confutata da Peroni che in occasione del ritrovamento di un edificio chiesastico durante gli scavi archeologici eseguiti in Seminario nel 1970, ipotizza correttamente l'impiego dei due straordinari bassorilievi come plutei, cioè come parte di una recinzione presbiteriale in tale edificio di culto. Nel 1832 le due lastre vengono acquistate dal marchese Luigi Malaspina di Sannazzaro e murate con la collezione di epigrafi allestita sotto il portico del suo palazzo in Pavia. Nel 1896 l'Amministrazione Provinciale che ha acquistato l'edificio, le dona al Museo Civico di Storia Patria.
  • TIPOLOGIA SCHEDA Reperti archeologici
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Provincia di Pavia
  • DATA DI COMPILAZIONE 2014
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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