In marmi policromi, si compone di: mensa con paliotto fisso a pannello piano tripartito, recante al centro, scolpite in rilievo, fronde d'ulivo sormontate da corona entro tabella e, nei pannelli laterali, cherubini; gradino d'altare a tre ripiani terminanti in fogliami e i cherubini due tabernacoli a frontale architettonico inseriti nel gradino, uno dei quali, di maggiori dimensioni (più antico), sovrastato da un'edicola a tempietto. Al di sopra di quest'ultima è la statua della Vergine col Bambino e, più in basso, su alti piedistalli in parte ricavati da frammenti di balaustrata, i simulacri di San Cosma e San Damiano. Fiancheggiano il gruppo scultoreo in marmo bianco due coppie di colonne a fusto liscio e capitello composito, sorreggenti una trabeazione e il coronamento in legno intagliato, costituito da un baldacchino con raggera e colomba dello Spirito Santo, retto da volute
- OGGETTO altare maggiore
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ATTRIBUZIONI
Franco Giovanni Battista (1743/ 1830): esecutore
Franco Domenico (1757/ 1833)
- LOCALIZZAZIONE Sanluri (VS)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Dai registri della parrocchia risulta che, in data 8/6/1823, vennero pagate due lire e dieci soldi "por el cavallo que conduzio el marmoler Franco para plantar el nuevo altar de marmol". Sempre nello stesso anno, si registrava il versamento di altre somme "por el mantenimento de los marmoleros" e per l'acquisto di materiali necessari alla collocazione dell'altare maggiore e del baldacchino ligneo (v. Causa Pia, n°29, ff.132;133,135). I dati d'archivio sopra riportati consentono di identificare gli autori dell'opera in quei marmorari dal cognome Franco, originari del Settentrione d'Italia, attivi in Sardegna tra il1770 e il 1830 circa. Non a possibile però stabilire a quale di essi in particolare -G. Battista, Domenico e Santino - si debba l'esecuzione, in quanto la loro attività si svolgeva spesso in reciproca collaborazione. L'altare di Sanluri si discosta dalle altre opere dei Franco (v. altari maggiori delle parrocchiali di Quartu S.Elena e di Tuili, della, chiesa di San Francesco ad Alghero, realizzati in stile rococò) per una maggiore adesione agli stilemi neoclassici, avvicinandosi invece, soprattutto nella parte superiore, alla produzione dei carraresi Michele Fiaschi e Francesco Cucchiari. Più volte rimaneggiato durante il secolo scorso (v. docum. del 1850 e del 1885 nelle cartelle dell'Archivio Arcivescovile di Cagliari), con parziale riutilizzo di materiali di reimpiego (v.:Descrizione), si caratterizzava sin dall'origine per la posizione elevata del tabernacolo che ne rendeva impossibile l'utilizzazione. Le Sacre Specie furono pertanto custodite nella cappella di Sant'Antonio (nel braccio sinistro del transetto) fino a quando, per ordine dell'arcivescovo di Cagliari, si costruì nel 1916 un nuovo ciborio nella mensa del presbiterio (v. Visite Pastorali dal 1844 al 1916)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 2000045340
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Architettonici Paesaggistici Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Cagliari e Oristano
- DATA DI COMPILAZIONE 1989
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0